Codice Civile art. 1202 - Surrogazione per volontà del debitore (1).Surrogazione per volontà del debitore (1). [I]. Il debitore, che prende a mutuo una somma di danaro o altra cosa fungibile al fine di pagare il debito, può surrogare il mutuante nei diritti del creditore, anche senza il consenso di questo. [II]. La surrogazione ha effetto quando concorrono le seguenti condizioni: 1) che il mutuo e la quietanza risultino da atto avente data certa [2704]; 2) che nell'atto di mutuo sia indicata espressamente la specifica destinazione della somma mutuata; 3) che nella quietanza si menzioni la dichiarazione del debitore circa la provenienza della somma impiegata nel pagamento. Sulla richiesta del debitore, il creditore non può rifiutarsi di inserire nella quietanza tale dichiarazione. (1) V. art. 2, comma 1-bis, d.l. 29 novembre 2008, n. 185, conv., con modif., in l. 28 gennaio 2009, n. 2. InquadramentoNella surrogazione su disposizione del debitore o per prestito il pagamento in favore del creditore è eseguito dallo stesso debitore e non da un terzo, sebbene la somma di denaro o le altre cose fungibili impiegate per l'adempimento provengano da un prestito effettuato a tale scopo da un terzo (Bianca, 349). In tal modo il debitore ha maggiori chance di ottenere il mutuo per il soddisfacimento del credito (Carpino, in Comm. S. B., 1988, 61; Magazzù, 1533). Affinché operi tale istituto è necessario che sia indicata la provenienza del denaro o dell'altra cosa fungibile poiché in difetto il pagamento potrebbe sembrare tout court un adempimento puro del debitore. Seppure il pagamento soddisfi l'interesse creditorio, nondimeno non estingue il rapporto obbligatorio e quindi non libera il debitore. E ciò perché al creditore si surroga nel medesimo diritto il mutuante. Sicché il debitore è esclusivamente l'autore formale del pagamento mentre l'autore sostanziale è il terzo mutuante (Carpino, in Comm. S. B., 1988, 60). Attraverso la surrogazione per volontà del debitore si estingue il credito del mutuante. E ciò perché si determina un adempimento indiretto dell'obbligo di restituire la somma o la cosa mutuata mediante l'acquisto della titolarità del credito. Tuttavia all'obbligo di restituzione così estinto subentra il passaggio del credito dall'originario creditore al mutuante. Non è richiesto il consenso del creditore affinché tale surrogazione possa produrre effetti. In seguito al pagamento proveniente dal debitore, la prescrizione del credito si interrompe ai sensi dell'art. 2944 (Carpino, in Comm. S. B., 1988, 61). Le condizioni della surrogazione per prestitoLa surrogazione per volontà del debitore postula il collegamento tra due atti: il mutuo e il pagamento. La volontà del debitore coniuga i due atti che altrimenti sarebbero tra loro scollegati (Bianca, 350). Essa produce effetti purché ricorrano le condizioni determinate dalla legge. La prescrizione di dette condizioni è volta a scongiurare eventuali frodi ordite dal debitore in collusione con il mutuante, che potrebbero far risorgere obbligazioni estinte ed escludere i creditori dalle garanzie che li assistevano (Magazzù, 1534). Innanzitutto, il mutuo e la quietanza devono avere data certa. Non si tratta di un requisito di forma. Piuttosto, tale prescrizione è funzionale alla soddisfazione delle altre due condizioni espressamente previste, ossia la specifica indicazione nel mutuo della destinazione della somma o cosa mutuata e la puntuale dichiarazione nella quietanza rilasciata dal creditore della provenienza della somma o della cosa attraverso cui il credito è stato soddisfatto. Pertanto, la dichiarazione della destinazione della somma o cosa deve essere resa in modo espresso, anche verbalmente, mentre non sono ammessi i meri contegni concludenti (Carpino, in Comm. S. B., 1988, 63). In senso contrario altra dottrina ritiene che anche i comportamenti significativi di tale provenienza integrino la fattispecie (Prosperetti, in Tr. Res., 1999, 128). Per converso, una tesi più restrittiva reputa che sia necessaria la forma scritta (Magazzù, 1533). In ogni caso, la dichiarazione non ha natura negoziale. In senso contrario, altro autore sostiene che la dichiarazione di surroga da parte del debitore non è un atto unilaterale come nell'ipotesi di cui all'art. 1201, ma è una manifestazione negoziale che implica l'accettazione del mutuante ad essere surrogato al creditore originario (Prosperetti, in Tr. Res., 1999, 126). La finalità impressa al mutuo obbliga il debitore ad impiegare la somma o la cosa nel modo stabilito (Carpino, in Comm. S. B., 1988, 63). Si tratta di mutuo di scopo. La quietanza non è però elemento costitutivo della fattispecie, cosicché in ordine al suo rilascio non è richiesta la forma scritta ad substantiam. Nel caso in cui una stessa somma sia corrisposta da più soggetti mutuanti allo scopo di consentire la surrogazione nel medesimo credito, surrogato sarà il mutuante indicato dal debitore all'atto del pagamento (Carpino, in Comm. S. B., 1988, 61). Secondo la giurisprudenza, quando il pagamento con surrogazione per volontà del debitore avvenga in una obbligazione solidale, l'avvenuta sostituzione del creditore originario con il creditore surrogato per effetto del pagamento effettuato da uno dei condebitori solidali non muta la posizione degli altri condebitori solidali, ai quali il surrogato può chiedere il pagamento dell'intero, in quanto la surrogazione determina la successione nel lato attivo dell'obbligazione solidale, attesa l'unicità dell'obbligazione, indipendentemente dalla configurabilità di distinti rapporti tra i singoli condebitori ed il creditore, i quali rilevano esclusivamente nei rapporti interni tra coobbligati, e possono dar luogo ad un diritto di regresso (art. 1299) ed alla surrogazione legale (art. 1203, comma 1, n. 3) a vantaggio del condebitore escusso dal surrogato (Cass. n. 7217/2009). Il rifiuto del creditore al rilascio della dichiarazioneEspressamente la disposizione prevede che, su richiesta del debitore, il creditore non può rifiutare l'inserimento della dichiarazione circa la provenienza della somma o della cosa nella quietanza. Ne consegue che la mancanza della dichiarazione impedisce il perfezionamento della surrogazione. All'esito del rifiuto all'inserimento manifestato dal creditore, il debitore può a sua volta legittimamente negare l'esecuzione della prestazione ai sensi dell'art. 1460. Il rifiuto della dichiarazione del creditore può essere sostituito dall'attestazione del pubblico ufficiale che eventualmente sia stato presente all'operazione e ne abbia fornito documentazione per atto pubblico (Carpino, in Comm. S. B., 1988, 65). Qualora successivamente alla stipulazione del mutuo vi sia rinunzia (impropria) alla surrogazione, la surrogazione non sarà validamente integrata. Eventualmente siffatta rinuncia postuma potrà dare luogo ad una donazione indiretta (Buccisano, 87). BibliografiaAndreani, voce Regresso, in Enc. dir., Milano 1988; Bianca, Diritto civile, IV, L'obbligazione, Milano 1997; Buccisano, La surrogazione per pagamento, I, Milano,1958; Carpino, voce Surrogazione (Pagamento con), in Nss. D. I., Torino, 1971; Magazzù, voce Surrogazione per pagamento, in Enc. dir., Milano 1990; Ravazzoni, voce Regresso, in Nss. D. I., Torino, 1968. |