Codice Civile art. 1302 - Compensazione.Compensazione. [I]. Ciascuno dei debitori in solido può opporre in compensazione [1241 ss.] il credito di un condebitore solo fino alla concorrenza della parte di quest'ultimo. [II]. A uno dei creditori in solido il debitore può opporre in compensazione ciò che gli è dovuto da un altro dei creditori, ma solo per la parte di questo. InquadramentoIl condebitore solidale può opporre al creditore, in compensazione del debito solidale, il credito che altro condebitore solidale ha verso il creditore, fino alla quota di spettanza di quest'ultimo. Per converso, il debitore può opporre in compensazione a uno dei concreditori solidali il credito che vanta verso altro concreditore solidale fino alla concorrenza della quota di quest'ultimo. Pertanto, la compensazione fra l'obbligazione solidale e il credito vantato da uno degli obbligati può essere eccepita da un altro condebitore solidale solamente entro i limiti della concorrenza della quota di questo (Mazzoni, in Tr. Res., 1999, 615). Per la parte residua il debito solidale deve essere estinto mediante pagamento. Nei rapporti interni il condebitore titolare del credito opposto in compensazione non è più soggetto a regresso, mentre verso gli altri coobbligati il regresso può essere esercitato nei limiti dell'originaria quota interna. Sicché la ratio della previsione è stata ravvisata nell'intenzione di semplificazione dei rapporti intercorrenti tra i vari soggetti coinvolti nella vicenda, con la conseguenza che la possibilità di opporre la compensazione non sussisterebbe nei casi in cui non vi sia diritto di regresso. Ma l'opinione è controversa. Ove venga eccepito in compensazione un credito proprio del condebitore solidale contro cui il creditore esercita la pretesa creditoria, l'eccezione potrà essere sollevata per l'intero ammontare del credito opposto in compensazione (Giorgianni, 682). E qualora, in conseguenza, l'intero debito solidale rimanga estinto, il condebitore che ha opposto in compensazione un proprio credito ha regresso verso gli altri coobbligati per l'intera quota di ciascuno di essi (Rubino, in Comm. S. B., 1992, 265). Nel caso in cui il credito sia inferiore al debito solidale, quest'ultimo si estingue fino alla concorrenza del primo e il creditore può pretendere dallo stesso debitore o da un altro la parte residua (Busnelli, 11; Rubino, in Comm. S. B., 1992, 267; Mazzoni, in Tr. Res., 1999, 757). Allo stesso modo, qualora sia convenuto da un concreditore solidale, il debitore può opporre in compensazione il suo eventuale credito anche oltre la quota a lui spettante e il concreditore, nei rapporti con gli altri concreditori, dovrà essere considerato integralmente soddisfatto di tutta la prestazione (Giorgianni, 679); sicché gli altri concreditori avranno regresso pro quota verso il concreditore che ha richiesto il pagamento, compensato dal controcredito del debitore escusso (Rubino, in Comm. S. B., 1992, 268). Ove, invece, il debitore, contro cui uno dei concreditori solidali ha richiesto il pagamento, opponga in compensazione il credito vantato verso altro concreditore, l'eccezione può essere sollevata sino alla concorrenza della quota del creditore-debitore, il quale nei rapporti interni non avrà regresso nei confronti del consorte che ha ricevuto il pagamento. L'accollante, nella sua qualità di condebitore in solido dell'accollato, è legittimato ad opporre in compensazione all'accollatario i crediti dell'accollato (Cass. n. 11956/1993). I limiti all'opposizione della compensazioneIl debitore non può opporre in compensazione un credito vantato verso terzi estranei al rapporto obbligatorio solidale (Breccia, 194). Si ritiene, inoltre, che la compensazione opponibile sia solo quella legale e giudiziale, non quella volontaria, per la quale occorre attenersi agli accordi intervenuti tra le parti. Il condebitore, se può opporre in compensazione del debito solidale il credito che l'altro condebitore ha verso il comune creditore, non può, invece, opporre in compensazione del suo debito, il credito che l'altro condebitore abbia verso un terzo estraneo all'obbligazione solidale (Cass. n. 2828/1968). È invece ammessa l'opposizione in compensazione di un credito vantato da un condebitore diverso da quello escusso. Infatti, la compensazione legale, pur avendo quale necessario presupposto la reciprocità delle obbligazioni, per cui i due soggetti debbono essere debitori l'uno dell'altro, opera anche quando i debiti contrapposti non siano esclusivamente propri dei due soggetti, nel senso che in uno dei due rapporti obbligatori siano intervenuti altri soggetti (in posizione attiva o passiva) che non partecipano al secondo rapporto, comportando l'estinzione dei rispettivi debiti fra quei soggetti dei due rapporti rispetto ai quali concorrano gli estremi legali richiesti (Cass. n. 1655/1982). BibliografiaAmorth, L'obbligazione solidale, Milano 1959; Bianca, Diritto civile, IV, L'obbligazione, Milano, 1997; Breccia, Le obbligazioni, Milano, 1991; Busnelli, voce Obbligazione soggettivamente complessa, in Enc. dir., Milano 1979; Di Majo, voce Obbligazioni solidali (e indivisibili), in Enc. dir., Milano, 1979; Giorgianni, voce Obbligazione solidale e parziaria, in Nss. D. I., Torino, 1965; Rescigno, voce Obbligazione, in Enc. dir., Milano, 1979. |