Codice Civile art. 1347 - Possibilità sopravvenuta dell'oggetto.

Cesare Trapuzzano

Possibilità sopravvenuta dell'oggetto.

[I]. Il contratto sottoposto a condizione sospensiva [1353 ss.] o a termine [1184] è valido, se la prestazione inizialmente impossibile diviene possibile prima dell'avveramento della condizione o della scadenza del termine.

Inquadramento

La possibilità della prestazione, a cui espressamente si riferisce la norma inserita nell'ambito della regolamentazione dell'oggetto del contratto, non necessariamente deve essere attuale, poiché essa può realizzarsi anche in un tempo futuro (Cataudella, 111). E ciò purché, al momento in cui il contratto acquista efficacia, la prestazione sia divenuta possibile (Bigliazzi Geri-Breccia-Busnelli-Natoli, 691). Una volta ammesso che il contratto possa, sotto il profilo dell'efficacia, distendersi nel tempo, viene meno l'esigenza che tutti i requisiti richiesti per la sua operatività sussistano fin dall'inizio (Scognamiglio, in Comm. S.B., 1992, 363). In proposito, la legge prevede espressamente che l'impossibilità iniziale della prestazione non impedisce la validità del contratto, qualora la stessa divenga possibile prima dell'avveramento della condizione sospensiva o della scadenza del termine iniziale (Osti, 504). La disposizione è stata posta in relazione con il principio di conservazione del contratto (Bianca, 324) ed è considerata un'eccezione al disposto dell'art. 1346, perché attribuisce validità ad un negozio avente un oggetto (temporaneamente) impossibile; sicché non è ammissibile la sua applicazione all'ipotesi dell'oggetto illecito o indeterminato o indeterminabile (Mirabelli, in Comm. Utet, 1984, 177). La norma allude ad un'impossibilità obiettivamente relativa, che una sopravvenienza (naturale o giuridica) può eliminare (Cataudella, 111), e non ad una grave difficoltà di adempiere o ad un'impossibilità soggettiva del debitore (Carresi, in Tr. C. M., 1987, 240). L'evento sopravvenuto, rendendo possibile la prestazione, la rende idonea quale requisito del contratto, ma non elimina una nullità preesistente del contratto stesso, ponendo piuttosto fine ad una fase di oggettiva incompletezza contrattuale (Gabrielli, in Tr. Res. Gab., 2006, 733). Il contratto avente oggetto (relativamente) impossibile è valido ove risulti prevedibile che un evento successivo possa elidere l'impossibilità e alle parti è concessa la facoltà di prevedere nel testo contrattuale l'evento che renderà possibile la prestazione, escludendo tale valore alla sopravvenienza di un evento diverso, nonché di attribuire ad una di esse il compito di svolgere l'attività necessaria affinché si verifichi l'evento; cosicché tale figura negoziale dà origine ad una fattispecie a formazione progressiva, da completarsi mediante la realizzazione dell'evento stesso (Fragali, Dei requisiti del contratto, in Comm. D'A.F., IV, 1, Firenze, 1948, 391).

La S.C. afferma che la nullità del contratto per impossibilità temporanea dell'oggetto presuppone che, ove l'efficacia del negozio sia subordinata al verificarsi di una condizione, o sia differita con la previsione di un termine, l'impossibilità originaria non sia venuta meno prima dell'avveramento della condizione o della scadenza del termine (Cass. n. 1910/1978). La vendita di un terreno, che venga stipulata per consentire all'acquirente una sua utilizzazione edificatoria, al momento non permessa dagli strumenti urbanistici, e venga quindi sottoposta alla condizione sospensiva della futura approvazione di una variante di detti strumenti che contempli quell'utilizzazione, non è affetta da nullità, né sotto il profilo dell'impossibilità dell'oggetto, né sotto il profilo dell'impossibilità della condizione, dovendosi ritenere consentito alle parti di dedurre come condizione sospensiva anche un mutamento di legislazione o di norme operanti erga omnes, salva restando l'inefficacia del contratto in conseguenza del mancato verificarsi di tale mutamento (Cass. n. 3207/2014; Cass. n. 74/1986). Altresì non è affetta da invalidità la clausola contenuta in una fideiussione, la quale preveda la reviviscenza della garanzia in caso di revoca del pagamento del debito principale (Cass. n. 25361/2008).

Il campo di applicazione

In base al dettato della norma deve essere distinta l'ipotesi del contratto il cui oggetto non esiste, ma sopravverrà, dall'ipotesi del contratto avente ad oggetto la stessa possibilità della sopravvenienza, ossia il rischio che l'oggetto venga ad esistenza; in questa seconda evenienza infatti si è al di fuori dell'ambito di operatività della norma, giacché il contratto ha un oggetto attuale, rappresentato dal rischio, e rientrerà pertanto nella categoria dei contratti aleatori. La disposizione si riferisce alle sole obbligazioni condizionali e a termine; sicché non rientra nella figura enucleata dalla norma l'ipotesi in cui il contratto contempli un'obbligazione alternativa. In quest'ultimo caso l'originaria impossibilità dell'oggetto (di una delle prestazioni) incide sulla stessa validità del negozio, rendendolo ab origine inefficace (Gabrielli, in Tr. Res. Gab., 2006, 743).

Bibliografia

Allara, La teoria generale del contratto, Torino, 1955; Benedetti, Dal contratto al negozio unilaterale, Milano, 1969; Bianca, Diritto civile, III, Il contratto, Milano, 1997; Bigliazzi Geri-Breccia-Busnelli-Natoli, Diritto civile, 1.2, Fatti e atti giuridici, Torino, 1990; Carraro, Negozio in frode alla legge, in Nss. D.I., Torino, 1968; Cataudella, I contratti. Parte generale, Torino, 2014; Costanza, Il contratto atipico, Milano, 1981; Di Majo, voce Causa del negozio giuridico, in Enc. giur., Roma, 1988; Donisi, voce Atti unilaterali, in Enc. giur., Roma, 1988; Ferri, Causa e tipo nella teoria del negozio giuridico, Milano, 1968; Galgano, Diritto civile e commerciale, II, 1, Padova, 1993; Gazzoni, Manuale di diritto privato, Napoli, 1990; Giorgianni, voce Causa (diritto privato), in Enc. dir., Milano, 1960; Messineo, voce Contratto (diritto privato), in Enc. dir., Milano, 1961; Osti, voce Contratto, in Nss. D.I., Torino, 1959; Rescigno, Manuale del diritto privato italiano, Napoli, 1990; Roppo, Il contratto, Bologna, 1977; Roppo, voce Contratto, in Dig. civ., Torino, 1989; Santoro Passarelli, Dottrine generali del diritto civile, Napoli, rist. 1985; Trabucchi, voce Buon costume, in Enc. dir., Milano, 1959.

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