Codice Civile art. 1408 - Rapporti fra contraente ceduto e cedente.

Cesare Trapuzzano

Rapporti fra contraente ceduto e cedente.

[I]. Il cedente è liberato dalle sue obbligazioni verso il contraente ceduto dal momento in cui la sostituzione diviene efficace nei confronti di questo [1407].

[II]. Tuttavia il contraente ceduto, se ha dichiarato di non liberare il cedente, può agire contro di lui qualora il cessionario non adempia le obbligazioni assunte.

[III]. Nel caso previsto dal comma precedente, il contraente ceduto deve dare notizia al cedente dell'inadempimento del cessionario, entro quindici giorni da quello in cui l'inadempimento si è verificato; in mancanza è tenuto al risarcimento del danno.

Inquadramento

Conseguenza naturale del perfezionamento della cessione del contratto è la liberazione del cedente che era debitore originario. Sicché il cedente viene completamente liberato dall'obbligazione e non assume alcuna garanzia dell'adempimento del cessionario in favore del contraente ceduto (Mirabelli, in Comm. Utet, 1984, 428; Alpa-Fusaro, 346; Carresi, 92). In base alla teoria atomistica, che assegna alla cessione del contratto la funzione di combinare la cessione dei crediti e l'accollo dei debiti, il rifiuto di aderire alla cessione del contraente ceduto equivale alla dichiarazione di non liberare il cedente, con conseguente integrazione di un'ipotesi di accollo cumulativo (Cicala, 895). Salvo diversa volontà delle parti, la liberazione del cedente si realizza al momento del perfezionamento della cessione, ossia ex nunc. In conseguenza del perfezionamento della cessione si determina l'estinzione delle garanzie patrimoniali, reali e personali, prestate dai terzi o dallo stesso cedente per l'adempimento delle obbligazioni facenti carico a quest'ultimo; il costituente delle garanzie può comunque consentire a mantenerle in vita (Clarizia, 109; Carresi, 86). Anche l'estinzione di dette garanzie opera ex nunc (Carresi, 86). Nell'ipotesi di contratto ad esecuzione continuata o periodica, che prima della cessione abbia avuto esecuzione solo da parte del contraente ceduto, ma che non sia stato esattamente eseguito dal contraente cedente, rimasto inadempiente con riferimento ad alcune delle sue obbligazioni, il debito di quest'ultimo non si trasferisce al contraente cessionario, poiché, salva deroga espressa per accordo di tutte le parti, il cedente resta liberato ex nunc, e non già con effetto retroattivo, da ogni obbligazione verso il creditore ceduto (Clarizia, 109; Carresi, 87).

Anche la S.C. osserva che nei contratti ad esecuzione continuata o periodica il cedente risponde delle obbligazioni divenute esigibili anteriormente alla cessione ed inadempiute, sicché la liberazione per effetto della cessione non esime il cedente medesimo dall'adempimento delle obbligazioni sue proprie e già scadute alla data della cessione (Cass. n. 10964/2010; Cass. n. 3648/1956).

La dichiarazione di non liberazione

A fronte della naturale liberazione del cedente dalle sue obbligazioni verso il contraente ceduto per effetto del perfezionamento della cessione del contratto, il contraente ceduto può esprimere una diversa volontà volta ad impedire la produzione di tale effetto naturale. Pertanto il ceduto può dichiarare di non liberare il cedente nel momento in cui esprime il proprio consenso sia esso preventivo, contestuale o successivo (Carresi, 97). Alcuni esponenti della dottrina osservano che la mancata liberazione del cedente non deriva da una dichiarazione unilaterale del ceduto, bensì da un accordo che coinvolge i tre interessati alla cessione; in questa dimensione la dichiarazione del ceduto sarebbe equiparabile ad una proposta contrattuale che almeno il cedente deve accettare (Andreoli, 66; Clarizia, 114). Altro autore ritiene che la dichiarazione di non liberazione si riferisca alla sola ipotesi del consenso preventivo (Briganti, voce Cessione del contratto, in Enc. giur., 1988, 8). In questa evenienza la cessione si perfezionerà ugualmente ma non sarà liberatoria. Ne consegue che il cedente, una volta che la cessione sia divenuta efficace, non è liberato dalle obbligazioni verso il ceduto, ma risponde unitamente al cessionario non già come debitore solidale, bensì come debitore in via sussidiaria e subordinata (Clarizia, 119; Bianca, 684; De Nova, in Tr. Res., 1982, 567; Carresi, 98; Andreoli, 58; Mirabelli, in Comm. Utet,1984, 429). In senso contrario altro autore, in adesione alla teoria atomistica, afferma che l'obbligo del cedente integra una responsabilità sussidiaria e solidale che deve essere ricondotta alla fattispecie della successione cumulativa (Cicala, 214). Il ceduto può richiedere l'adempimento al cedente ove il cessionario sia inadempiente, non occorrendo la preventiva escussione del debitore principale (Bianca, 684).

Secondo la S.C. qualora il ceduto abbia dichiarato di non liberare il cedente, tra il cedente e il cessionario, divenuto nuova parte del contratto, esiste un vincolo di responsabilità sussidiaria, caratterizzato dal mero beneficium ordinis, che consente al ceduto di rivolgersi al cedente, con l'esperimento delle relative azioni giudiziali, per il soddisfacimento delle obbligazioni inerenti al contratto, solo dopo che si sia consumato l'inadempimento del nuovo contraente cessionario (Cass. n. 23111/2015; Cass. n. 12896/2009; Cass. n. 9486/2007).

Il dovere informativo

Il ceduto che, all'atto di prestare il consenso alla cessione, abbia dichiarato di non liberare il cedente, è gravato da un preciso dovere informativo, ossia deve dare pronta notizia al cedente dell'inadempimento del cessionario. Segnatamente tale informazione deve essere resa entro il termine di 15 giorni, che decorrono dal momento in cui si è verificato l'inadempimento del cessionario. La norma puntualizza altresì che, ove non assolva a tale dovere, il ceduto è tenuto verso il cedente a risarcire il danno che l'omissione informativa abbia comportato. Sicché la norma esclude che, in difetto dell'assolvimento di tale dovere informativo, venga meno la garanzia che il ceduto può far valere contro il cedente. Secondo una parte della dottrina si tratta di un onere del ceduto (Carresi, 102). In base ad altra opinione si rientra nell'ambito di un obbligo, la cui violazione non comporta la perdita del credito verso il cedente, ma la necessità di risarcire a quest'ultimo il danno conseguente al ritardo dell'avviso (Clarizia, 121; Bianca, 684; Mirabelli, in Comm. Utet, 1984, 429). Lo scopo dell'informazione è quello di allertare il cedente sulla possibilità che egli possa rispondere dell'obbligazione in conseguenza del fatto che il cessionario è rimasto inadempiente (Bianca, 684; Mirabelli, in Comm. Utet, 1984, 429). La disposizione non detta alcuna specifica prescrizione in ordine ai modi in cui tale notizia deve essere data. Pertanto l'informazione può essere resa in forma libera, purché sia raggiunto il fine che essa si prefigge, ossia rendere noto al cedente che il cessionario è rimasto inadempiente. Il dovere informativo è soddisfatto quando in qualsiasi modo il cedente sia venuto a conoscenza di tale notizia (Carresi, 102; Clarizia, 121).

La giurisprudenza ha qualificato tale dovere informativo come un mero atto partecipativo non assoggettato dalla legge a requisiti di forma (Trib. Pavia 24 giugno 1988).

Bibliografia

Alpa-Fusaro, Cessione del contratto, in Dig. civ., Torino, 1989; Andreoli, La cessione del contratto, Padova, 1951; Bianca, Diritto civile, III, Il contratto, Milano, 1997; Bigliazzi Geri-Breccia-Busnelli-Natoli, Diritto civile, 1.2, Fatti e atti giuridici, Torino, 1990; Carresi, La cessione del contratto, Milano, 1957; Cicala, Il negozio di cessione del contratto, Napoli, 1962; Clarizia, La cessione del contratto, Milano, 1992; Natoli, La cessione del contratto mediante girata, in Banca borsa tit. cred., Milano, 1951; Santoro Passarelli, Dottrine generali del diritto civile, Napoli, rist. 1985; Zaccaria, Cessione del contratto e garanzia della sua validità, in Riv. dir. civ., Padova, 1985.

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