Codice Civile art. 1412 - Prestazione al terzo dopo la morte dello stipulante.Prestazione al terzo dopo la morte dello stipulante. [I]. Se la prestazione deve essere fatta al terzo dopo la morte dello stipulante, questi può revocare il beneficio anche con una disposizione testamentaria e quantunque il terzo abbia dichiarato di volerne profittare, salvo che, in quest'ultimo caso, lo stipulante abbia rinunciato per iscritto al potere di revoca [1921]. [II]. La prestazione deve essere eseguita a favore degli eredi del terzo se questi premuore allo stipulante, purché il beneficio non sia stato revocato o lo stipulante non abbia disposto diversamente. InquadramentoDerogando alla previsione di cui all'art. 1411, comma 2, la norma stabilisce che, nel caso di prestazione da eseguire in favore del terzo dopo la morte dello stipulante, la facoltà di revoca dello stipulante rimane integra anche qualora il terzo beneficiario abbia dichiarato di volerne profittare. Tale revoca può avvenire anche mediante testamento. La norma fissa una presunzione iuris tantum, dovendosi ritenere che lo stipulante non ha inteso attribuire carattere definitivo alla destinazione del beneficio (Messineo, 205). Il potere di revoca è precluso se lo stipulante vi abbia rinunciato per iscritto, dimostrando così di volere attribuire il beneficio in modo definitivo. La rinuncia è atto unilaterale inter vivos, recettizio nei confronti del solo promittente (Moscarini, 223). Altro autore ritiene che la rinunzia possa configurarsi anche come accordo bilaterale tra stipulante e terzo, esterno al contratto a favore di terzo e non essenzialmente gratuito (Mirabelli, in Comm. Utet, 1984, 444). Secondo un filone minoritario della dottrina in tale fattispecie sarebbe integrato un negozio mortis causa, atteso che caratteristica principale delle attribuzioni a causa di morte è la continua facoltà di revoca del disponente (Ferri, Disposizioni generali sulle successioni, in Comm. S.B., 1980, 96). Lo stesso autore ha evidenziato che nell'eventuale rinuncia al potere di revoca dello stipulante può ravvisarsi una deroga legale al divieto dei patti successori, che costituisce norma eccezionale, insuscettibile di applicazione analogica (Ferri, cit., 96). La dottrina maggioritaria ritiene invece che, in ragione dell'immediata operatività della stipulazione a favore del terzo, nella fattispecie ricorre un negozio tra vivi post mortem del tutto distinto dalla tematica dei patti successori, nei quali il rapporto giuridico si innesta tra disponente e beneficiario (Majello, 201; Moscarini, 219). Tuttavia non è pacifica l'individuazione del momento in cui si perfeziona l'acquisto del terzo: a fronte della tesi secondo cui la morte dello stipulante costituirebbe termine di adempimento e non di efficacia (Moscarini, 220), altro autore ritiene che l'acquisto in favore del terzo si perfezionerebbe solo al momento della morte dello stipulante (Scozzafava, Contratto a favore di terzi, in Enc. giur., 1988, IX, 8). La S.C. rimarca la netta distinzione tra contratto a favore di terzo con esecuzione della prestazione dopo la morte dello stipulante e patti successori. In particolare con riferimento ad un contratto con cui si stabiliva che una parte depositasse presso un'altra una determinata somma e si attribuiva ad un terzo, che prendeva parte all'atto, il diritto a pretenderne la restituzione dopo la morte del depositante, si è esclusa l'integrazione di un contratto a favore di terzi, con esecuzione dopo la morte dello stipulante, avendo il terzo assunto la qualità di parte dell'atto e lo stipulante obbligandosi in suo diretto confronto a mantenere ferma la disposizione in suo favore; si è ritenuto invece che siffatto contratto rientri nell'ambito di applicazione del divieto dei patti successori sancito dall'art. 458 e sia perciò nullo, giacché dà luogo ad una complessa convenzione costituita da un deposito irregolare e da una vietata donazione mortis causa (Cass. n. 8335/1990; Cass. n. 2404/1971). La designazione con testamentoIn base ad un orientamento espresso in dottrina, quando l'esecuzione della prestazione in favore del terzo deve avvenire dopo la morte dello stipulante, la designazione del terzo può essere effettuata anche tramite testamento. Tuttavia in questa ipotesi la designazione non solo è revocabile fino alla morte dello stipulante, ma in più non produce effetti sino a tale momento, con la conseguenza che non trova applicazione il disposto del comma 2 sulla premorienza del terzo. Infatti il testamento è revocabile sino alla morte del testatore e la sua efficacia è subordinata alla morte del testatore medesimo (Moscarini, 221). Anche qualora la revoca della designazione avvenga mediante testamento, comunque si tratta di revoca di atto tra vivi (Messineo, 205). La premorienza del terzo allo stipulanteOve il terzo premuoia allo stipulante nel beneficio succede l'erede del terzo, il quale acquista iure hereditatis (Messineo, 205) ovvero, in base ad altra tesi, acquisterebbe in via eccezionale iure proprio (Mirabelli, in Comm. Utet, 1984, 444). Sulla natura dell'acquisto in favore dell'erede del terzo il contrasto ricorre anche in giurisprudenza: per la natura iure hereditatis propende un orientamento (Trib. Milano 20 marzo 1956), per la natura di acquisto iure proprio si esprime altro arresto (App. Milano 29 luglio 1957). Al contratto di assicurazione sulla vita si applica l'art. 1412, comma 2, purché il beneficio non sia stato revocato o lo stipulante non abbia disposto diversamente; ne consegue che, non ricorrendo le ipotesi di revoca o di differente regolamentazione, in caso di premorienza al disponente del terzo beneficiario, l'insorgenza del diritto a favore di quest'ultimo non è condizionata alla morte del disponente, evento che non incide sulla nascita del diritto alla prestazione, ma solo sulla sua esigibilità, a prescindere dal motivo intuitu personae o previdenziale sottostante alla designazione del beneficiario (Cass. S.U., n. 11421/2021; Cass. n. 9948/2021). BibliografiaBianca, Diritto civile, III, Il contratto, Milano, 1997; Bigliazzi Geri-Breccia-Busnelli-Natoli, Diritto civile, 1.2, Fatti e atti giuridici, Torino, 1990; Girino, Studi in tema di stipulazione a favore di terzi, Milano, 1965; Majello, Contratto a favore di terzo, in Dig. civ., Torino, 1989; Messineo, Contratto nei rapporti col terzo, in Enc. dir., Milano, 1962; Moscarini, I negozi a favore di terzo, Milano, 1970; Santoro Passarelli, Dottrine generali del diritto civile, Napoli rist. 1985. |