Codice Civile art. 1832 - Approvazione del conto.Approvazione del conto. [I]. L'estratto conto trasmesso da un correntista all'altro s'intende approvato, se non è contestato nel termine pattuito o in quello usuale, o altrimenti nel termine che può ritenersi congruo secondo le circostanze [1857]. [II]. L'approvazione del conto non preclude il diritto di impugnarlo per errori di scritturazione o di calcolo, per omissioni o per duplicazioni. L'impugnazione deve essere proposta, sotto pena di decadenza [2964 ss.], entro sei mesi dalla data di ricezione dell'estratto conto relativo alla liquidazione di chiusura, che deve essere spedito per mezzo di raccomandata. InquadramentoLa norma disciplina la fase di approvazione periodica del conto: effettuate per proprio conto le operazioni contabili che portano alla definizione del saldo, ciascuna parte ha difatti interesse a ottenere l'approvazione dell'altra, onde evitare che in futuro sorgano contestazioni in proposito. A tale scopo essa può inviare un «estratto conto», cioè un prospetto dal quale risultano tutte le partite a debito e a credito, i rispettivi interessi, e il risultato della compensazione avvenuta. Se l'altra parte non contesta nel termine contrattuale o usuale o, in mancanza, in un termine congruo, l'estratto conto si considera approvato (Cavalli, 3; Fiorentino, in Comm. S. B., 1972, 25). Tale approvazione non preclude tuttavia a entrambi i soggetti di impugnare l'estratto conto, nel termine di decadenza di sei mesi, per errore di scritturazione o di calcolo, omissioni o duplicazioni, né di far valere le azioni o eccezioni relative alla validità o efficacia dei singoli crediti. L'unico effetto che quindi deriva dall'approvazione del conto è quello, di rendere incontestabile la esistenza di rapporti giuridici dai quali per ciascuna delle parti derivino dei debiti, a prescindere dalla loro validità o efficacia (Martorano, 1961, 667). La norma trova diffusa applicazione in quanto si applica anche al conto corrente bancario in forza del rinvio operato dall'art. 1857. Natura giuridicaLa prevalente dottrina ritiene di trovarsi, nella fattispecie di fronte a due dichiarazioni unilaterali di natura confessoria con le quali una parte dichiara fatti a essa sfavorevoli e favorevoli all'altra parte: infatti ognuno dei correntisti rimane vincolato dall'ammissione dei propri debiti, non dei propri crediti (Cavalli, 5; Sotgia, 95). Tale natura giuridica attribuita alla formazione e conseguente approvazione dell'estratto conto risulterebbe comprovata dal regime dell'impugnazione che è quello tipico della confessione e in generale delle dichiarazioni di verità, la cui efficacia vincolante è caducata dalla comprovata non corrispondenza dei fatti dichiarati alla realtà, indipendentemente dalla riconoscibilità dell'errore (Fiorentino, in Comm. S. B., 1972, 26). Invio estratto conto: provaLa giurisprudenza ha chiarito, con riferimento al contratto di conto corrente bancario, che la presunzione legale contenuta nel comma 1 dell'art. 1832 dell'approvazione del conto in caso di mancata contestazione dello stesso da parte del correntista presuppone che la banca abbia trasmesso l'estratto del conto al cliente e che questi l'abbia ricevuto. Non è tuttavia richiesto ai fini della prova della trasmissione per raccomandata il necessario deposito della ricevuta di ritorno della raccomandata stessa, potendo tale dimostrazione essere data anche altrimenti, con ogni mezzo ammesso dalla legge e, quindi, pure a mezzo di presunzioni (Cass. I, n. 178/1988). La S.C. ritiene inoltre che la produzione in giudizio degli estratti conto costituisce «trasmissione», ai sensi dell'art. 1832, onerando il correntista delle necessarie specifiche contestazioni al fine di impedire che lo stesso possa intendersi approvato (Cass. I, n. 17242/2006). ApprovazioneIn mancanza di contestazioni nel termine pattuito (ovvero in quello usuale o in quello che può ritenersi congruo secondo le circostanze) il conto “si intende approvato”: ad avviso della dottrina la formulazione della norma rende evidente che a tale comportamento è attribuito invariabilmente dalla legge un significato dichiarativo predeterminato e che, pertanto, non sarebbe possibile provare che nel caso concreto l'intenzione dell'interessato è stata diversa (Scozzafava-Grisi, in Tr. Res., 1985, 785). Resta comunque pacifico che l'approvazione anche tacita dell'estratto conto preclude qualsiasi contestazione in ordine alla conformità delle singole annotazioni ai rapporti obbligatori dai quali derivano gli accrediti e gli addebiti iscritti nell'estratto conto (salva l'impugnazione per errori, omissioni e duplicazioni di carattere formale, ai sensi del comma 2 della medesima disposizione), ma non impedisce di sollevare contestazioni in ordine alla validità ed all'efficacia dei rapporti obbligatori dai quali derivano i suddetti addebiti ed accrediti, e cioè quelle fondate su ragioni sostanziali attinenti alla legittimità, in relazione al titolo giuridico, dell'inclusione o dell'eliminazione di partite del conto corrente (Fiorentino, in Comm. S. B., 1972, 25; Martorano, 1961, 664). Efficacia probatoria estratto conto non contestatoAnche la giurisprudenza reputa che la mancata contestazione dell'estratto conto e la connessa implicita approvazione delle operazioni in esso annotate riguardano gli accrediti e gli addebiti considerati nella loro realtà effettuale, nonché la verità contabile, storica e di fatto delle operazioni annotate, ma non impediscono la formulazione di censure concernenti la validità ed efficacia dei rapporti obbligatori sottostanti (Cass. I, n. 23421/2016). Poiché, pertanto, gli estratti conto bancari non contestati si presumono conformi alle disposizioni impartite dal correntista, su questi grava l'onere di provare l'esistenza di fatti, non necessariamente negativi ma anche positivi, diversi e contrari rispetto al contenuto delle annotazioni (Cass. I, n. 3574/2011). Qualora sia stata prestata una fideiussione ed il debitore principale, non avendo contestato tempestivamente gli estratti conto inviatigli dalla banca, sia decaduto, ai sensi dell'art. 1832, dal diritto di impugnarli, le risultanze degli estratti conto sono vincolanti anche per il fideiussore, il quale non può pertanto contestare l'ammontare del credito della banca (Cass. III, n. 8944/2016). Contestazione: specificitàCostituisce principio pacifico in giurisprudenza che, ancorché la mancata tempestiva contestazione dell'estratto conto da parte del correntista nel termine previsto dall'art. 1832 renda inoppugnabili gli addebiti solo sotto il profilo meramente contabile e non precluda la contestazione della validità e dell'efficacia dei rapporti obbligatori da cui essi derivino, la contestazione degli estratti conto deve essere specifica non potendo riferirsi genericamente all'insieme della movimentazione del conto corrente (Cass. I, n. 23807/2008). Termine di decadenza La giurisprudenza ha chiarito che nel rapporto di conto corrente bancario il termine di decadenza di sei mesi per l'impugnazione dell'estratto conto trasmesso al cliente, fissato dall'art. 1832, comma 2, opera anche per la banca, relativamente all'omessa registrazione di partite a credito per l'istituto: pertanto, decorso inutilmente detto termine, la banca decade dal diritto di far valere crediti che non risultano dall'estratto conto approvato (Cass. I, n. 12372/2006). La S.C. ha ritenuto qualificabili come "estratti-conto di chiusura” le comunicazioni al cliente sulla situazione finale del conto, inviate dalla banca non solo allo scioglimento del rapporto, ma anche alle scadenze periodiche contrattualmente previste, quando non si limitino a contenere l'indicazione del saldo, con il calcolo delle spese e degli interessi, ma portino anche un preciso riferimento alle partite di dare ed avere che hanno condotto a quel risultato. A fini indicati è sufficiente, affinché decorra il termine semestrale di decadenza di cui all'art. 1832, che l'estratto conto relativo alla liquidazione di chiusura dia al correntista la comunicazione del saldo definitivo riflettente il periodo considerato, comprensivo delle spese e degli interessi, non essendo invece necessaria la riproduzione di tutte le partite contabili quando l'estratto conto finale faccia seguito e richiami espressamente precedenti estratti parziali, inviati al cliente con l'indicazione di tutte le operazioni afferenti il relativo periodo (Cass. I, n. 2802/2009). BibliografiaCaltabiano, Il conto corrente bancario, Padova, 1967; Cavalli, Conto corrente, in Enc. giur., VIII, Roma, 1988; Martorano, Il conto corrente bancario, Napoli, 1955; Martorano, voce Conto Corrente (contratto di), Enc. Dir., IX, Milano, 1961; Scozzafava e Grisi, voce “Conto corrente ordinario”, in Dig. Comm., IV, Torino, 1989; Sotgia, Del conto corrente, in Commentario al codice civile a cura di D'Amelio e Finzi, Firenze, 1949. |