Codice Civile art. 1918 - Alienazione delle cose assicurate.

Caterina Costabile

Alienazione delle cose assicurate.

[I]. L'alienazione delle cose assicurate non è causa di scioglimento del contratto di assicurazione (1).

[II]. L'assicurato, che non comunica all'assicuratore l'avvenuta alienazione e all'acquirente l'esistenza del contratto di assicurazione, rimane obbligato a pagare i premi che scadono posteriormente alla data dell'alienazione.

[III]. I diritti e gli obblighi dell'assicurato passano all'acquirente, se questi, avuta notizia dell'esistenza del contratto di assicurazione, entro dieci giorni dalla scadenza del primo premio successivo all'alienazione, non dichiara all'assicuratore, mediante raccomandata, che non intende subentrare nel contratto. Spettano in tal caso all'assicuratore i premi relativi al periodo di assicurazione in corso.

[IV]. L'assicuratore, entro dieci giorni da quello in cui ha avuto notizia dell'avvenuta alienazione, può recedere dal contratto con preavviso di quindici giorni, che può essere dato anche mediante raccomandata.

[V]. Se è stata emessa una polizza all'ordine o al portatore [1889], nessuna notizia dell'alienazione deve essere data all'assicuratore, e così questo ultimo come l'acquirente non possono recedere dal contratto.

(1) V. art. 171 d.lg. 7 settembre 2005, n. 209.

Inquadramento

La disposizione in esame deroga alla natura obbligatoria e personale del rapporto assicurativo disponendo che l'alienazione delle cose assicurate non costituisce causa di scioglimento del contratto.

Nel prevedere la continuazione del rapporto il legislatore ha inteso dare riconoscimento a concorrenti interessi, rilevandosi che la risoluzione del contratto e la cessazione della copertura assicurativa contrasterebbe con l'interesse dell'acquirente ad usufruire immediatamente ed automaticamente di una copertura assicurativa fin dall'inizio dell'acquisto, con quello dell'alienante a non rendere parzialmente inutile il pagamento del premio del periodo assicurativo in corso, ed infine anche con quelle delle compagnie assicurative di perseguire la conservazione del rapporto (Donati, 495; Salandra, in Comm. S.B. 1966, 379).

La libertà contrattuale è comunque garantita con l'esplicito riconoscimento della facoltà dell'acquirente di comunicare la propria intenzione di non subentrare nel contratto (comma 3) e dell'assicuratore di recedere dal medesimo (comma 4).

Non essendo richiamata dall'art. 1932, la norma in esame risulta derogabile dalle parti.

La giurisprudenza ritiene non applicabile l'art. 1918 alla assicurazione della responsabilità civile, giacche in questa il rischio non riguarda una cosa determinata ma l'intero patrimonio dell'assicurato, onde oggetto del contratto e la responsabilità civile di lui verso i terzi e non già la cosa dal cui uso essa può derivare (Cass. III, n. 678/1966).

L'alienazione della cosa assicurata

Per alienazione deve intendersi un trasferimento negoziale inter vivos del bene assicurato, e quindi a carattere derivativo escludendosi gli acquisti operati a carattere originario e quelli relativi alle successioni a titolo universale.

In dottrina si è ritenuto che l'art. 1918 sia applicabile anche al trasferimento conseguente alla vendita in sede di espropriazione forzata, all'emanazione di una sentenza ex art. 2932 ed alla operatività di clausola testamentaria istitutiva di un legato, nel qual caso l'onere di avviso graverebbe sull'erede (Donati, 500).

Si esclude, invece, l'operatività della norma in caso di alienazione di diritto diverso e più limitato rispetto a quello per cui è stata stipulata l'assicurazione o nel caso di leasing traslativo.

La giurisprudenza ha poi chiarito che, in tema di trasferimento di azienda, la regola stabilita dall'art. 2558 — secondo cui si verifica il trasferimento ex lege al cessionario di tutti i rapporti contrattuali a prestazioni corrispettive non aventi carattere personale e, quindi, dei c.d. «contratti di azienda» che hanno ad oggetto il godimento di beni aziendali non appartenenti all'imprenditore e da lui acquisiti per lo svolgimento dell'attività — si applica anche ai c.d. «contratti di impresa» che, pur non avendo come oggetto diretto beni aziendali, sono attinenti all'organizzazione dell'impresa. Tra questi ultimi va incluso il contratto di assicurazione contro i danni che sia stato stipulato per l'esercizio dell'azienda, con la conseguenza che, salvo che le parti non abbiano disposto diversamente, l'acquirente subentra nella posizione dell'assicurato e l'assicuratore, dal canto suo, è tenuto a dare esecuzione al contratto anche se non ne ha accettato il trasferimento, sempre che nei termini di legge non eserciti la facoltà di recesso (Cass. III, n. 27011/2005).

Il subingresso dell'acquirente

L'alienazione della cosa assicurata, secondo la disciplina dettata dall'art. 1918, comporta l'automatico subentro dell'acquirente nel rapporto assicurativo (Cass. III, n. 2746/1998) ed il conseguente protrarsi in suo favore della copertura assicurativa.

L'eventuale inadempienza dell'alienante all'onere di comunicare all'assicuratore l'avvenuto trasferimento e all'acquirente l'esistenza della polizza spiega, invece, rilievo al diverso fine della persistenza dell'obbligo dell'alienante stesso al pagamento dei premi, nonché all'insorgenza di una sua responsabilità risarcitoria nei confronti dell'assicuratore o dell'acquirente per i danni che a costoro siano derivati, ove non abbiano avuto aliunde notizia del trasferimento o dell'esistenza di detta polizza, dall'impossibilità di esercitare il diritto di recesso loro riconosciuto dai commi 3 e 4 della norma (Cass. I, n. 50/1981).

Il carattere derivativo della posizione giuridica dell'acquirente comporta l'opponibilità al medesimo, da parte dell'assicuratore, di tutte le eccezioni opponibili all'alienante in base al contratto, eccetto quelle di carattere personale.

L'art. 1918 non prevede un termine entro il quale l'assicurato deve dare avviso all'assicuratore ed al compratore, rispettivamente, dell'alienazione e dell'esistenza dell'assicurazione, la dottrina reputa tuttavia che la stessa debba avvenire immediatamente (La Torre, 305).

Non sono previste forme particolari per la comunicazione.

Il recesso

Il recesso ha efficacia ex nunc e, nel caso di recesso dell'assicuratore, l'effetto risolutivo si verifica solo dopo il decorso del preavviso di quindici giorni.

La formulazione del terzo comma lascia intendere che il termine di decadenza per la disdetta dell'acquirente di dieci giorni dalla scadenza del premio successivo all'alienazione divenga operativo solo se precedentemente egli abbia avuto conoscenza dell'esistenza del contratto di assicurazione, eventualmente anche a mezzo della richiesta di pagamento del premio inoltrata dall'assicuratore.

La disciplina in tema di r.c.a.

L'art. 171 d.lgs. n. 209/2005, modificando la precedente disciplina che ricalcava quella dell'art. 1918, prevede ora che il trasferimento di proprietà del veicolo o del natante determina, a scelta irrevocabile dell'alienante, uno dei seguenti effetti: a) la risoluzione del contratto a far data dal perfezionamento del trasferimento di proprietà, con diritto al rimborso del rateo di premio relativo al residuo periodo di assicurazione; b) la cessione del contratto di assicurazione all'acquirente; c) la sostituzione del contratto per l'assicurazione di altro veicolo o, rispettivamente, di un altro natante di sua proprietà, previo l'eventuale conguaglio del premio.

Eseguito il trasferimento di proprietà, l'alienante deve informare contestualmente l'impresa di assicurazione e l'acquirente se, insieme al veicolo, viene ceduto il contratto di assicurazione.

Bibliografia

Angeloni, voce Assicurazione della responsabilità civile, in Enc. dir., III, Milano, 1958; Antonucci, L'assicurazione tra impresa e contratto, Bari, 1994; Buttaro, voce Assicurazione contro i danni, in Enc. dir., III, Milano, 1958; De Strobel e Ogliari, L'assicurazione di responsabilità civile e il nuovo codice delle assicurazioni private, VI, Milano, 2008; Donati, Trattato del diritto delle assicurazioni private, Milano, III, 1956; Donati e Volpe Putzolu, Manuale di Diritto delle Assicurazioni, Milano, 2002; Fanelli, Assicurazione contro i danni, in Enc. giur., III, Roma, 1988; Fanelli, Le Assicurazioni, Milano, 1973; La Torre, Le Assicurazioni, Milano, 2007; Rossetti, Il Diritto delle Assicurazioni, II, Le assicurazioni contro i danni, Padova, 2012.

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