Codice Civile art. 1962 - Durata dell'anticresi.Durata dell'anticresi. [I]. L'anticresi dura finché il creditore sia stato interamente soddisfatto del suo credito, anche se il credito o l'immobile dato in anticresi sia divisibile, salvo che sia stata stabilita la durata. [II]. In ogni caso l'anticresi non può avere una durata superiore a dieci anni [191 trans.]. [III]. Se è stato stipulato un termine maggiore, questo si riduce al termine suddetto. InquadramentoL'art. 1962 stabilisce che l'anticresi dura sino a che il creditore sia stato interamente soddisfatto del suo credito, anche se il credito o l'immobile dato in anticresi sia divisibile, salvo che sia stata stabilita la durata. L'anticresi dura comunque per un tempo non superiore a dieci anni. Secondo la dottrina il termine massimo di durata di dieci anni mostrerebbe la diffidenza verso l'istituto e le preoccupazioni per le dannose ripercussioni dell'onere anticretico sulla pubblica economia (Tedeschi, 1957, 665; Tucci, 346). La giurisprudenza ha rimarcato che la determinazione convenzionale del contratto di anticresi di durata superiore al decennio è invalida, ma l'invalidità non vizia l'intero contratto dato che la clausola relativa a tale determinazione è sostituita di diritto dalla norma imperativa della durata di dieci anni (Cass. II, n. 1866/1983). Termine di durataRelativamente al termine, parte della dottrina sostiene che questo inizi a decorrere dalla stipula del contratto (D'Orazi Flavoni, Fideiussione, mandato di credito e anticresi, in Trattato di diritto civile diretto da Grosso e Santoro-Passarelli, V, Milano, 1961, 63; Tedeschi, 1952, 134), mentre secondo altri autori il termine decorrerebbe dalla consegna dell'immobile (Cicero, in Comm. S., 2010, 80). Il godimento dell'immobile deve cessare con la cessazione dell'anticresi: ad avviso della giurisprudenza, qualora la detenzione da parte del creditore prosegua dopo la scadenza del termine convenzionale o dopo il periodo massimo di dieci anni previsto dalla norma in esame, si avrà occupazione senza titolo e corrispondente obbligo di corresponsione di un indennizzo (Cass. I, n, 3406/1977). Cause di estinzione dell'anticresiLa dottrina (Nicita, 342) distingue tra cause di estinzione proprie dell'obbligazione principale — che si riverberano sull'anticresi come diritto accessorio — e cause di estinzione proprie dell'anticresi. Tra le prime rientrano: L'estinzione del credito garantito; la rinuncia del creditore. Sono, invece, cause di estinzione proprie dell'anticresi (Persico, 542): la scadenza del termine legale o convenzionale; il verificarsi della condizione risolutiva espressa apposta al contratto; l'estinzione del diritto del costituente; il totale perimento dell'immobile; il recesso del creditore anticretico. BibliografiaNicita, L'anticresi, in Moretti-Nicita-Visalli, Sequestro convenzionale, fideiussione, mandato di credito, anticresi, transazione, cessione dei beni ai creditori, in Giur. sist. Bigiavi, Torino, 1980; Persico, voce Anticresi, in Enc. dir., II, Milano, 1958; Tedeschi, L'Anticresi, in Tratt. Vassalli, Torino, 1952; Tucci, Anticresi, in Dig. civ., I, Torino, 1987; Tedeschi, Anticresi, in Nss. D.I., I, Torino, 1957; Zuddas, Anticresi, in Enc. giur., II, Roma, 1988. |