Codice Civile art. 1969 - Errore di diritto.Errore di diritto. [I]. La transazione non può essere annullata per errore di diritto [1429 n. 4] relativo alle questioni che sono state oggetto di controversia tra le parti. InquadramentoLa disposizione in esame esclude la possibilità di annullare una transazione per errore di diritto relativo alle questioni che sono state oggetto di controversia tra le parti derogando alla disciplina generale in materia di contratti secondo la quale l'errore di diritto può essere causa di annullamento di un contratto quando sia stato la ragione unica o principale del contratto ex art. 1429 n. 4 (Moscarini-Corbo, 13). La ragione di detta deroga risiede nella finalità stessa dell'istituto della transazione, ossia la composizione stragiudiziale delle controversie, che verrebbe disattesa e compromessa se si consentisse alle parti di valutare il fondamento giuridico delle proprie pretese e contestazioni anche dopo il raggiungimento dell'accordo transattivo. La giurisprudenza (Cass. II, n. 941/1967) estende la disciplina menzionata anche all'errore di fatto. Anche la dottrina dominante concorda su tale interpretazione estensiva (Del Prato, 1992, 849; Valsecchi, in Tr. C. M., XXXVIII, Milano, 1986, 385). Errore sul caput controversum ed errore sul caput non controversumSecondo l'impostazione tradizionale il caput controversum coincide con le «questioni che sono state oggetto di controversia tra le parti» (Santoro Passarelli, 156), mentre nell'ambito del caput non controversum viene ricompreso l'errore che cade sulla materia delle reciproche concessioni e su quelle altre premesse del contratto attinenti alla antecedente situazione che non si riflettono nell'autoregolamento (Del Prato, 850). La distinzione è importante in quanto la transazione non può essere annullata per errore di fatto o di diritto relativo alle questioni che sono state oggetto della controversia (caput controversum), mentre, qualora l'errore di fatto o di diritto ricada su una questione estranea all'oggetto della lite transatta (caput non controversum), esso rende impugnabile la transazione (Cass. III, n. 5139/2003). Transazione divisoria e divisione transattivaIn dottrina si è posta la distinzione tra transazione divisoria e divisione transattiva (Colangeli, 381). La transazione divisoria è l'atto con cui i contitolari di un diritto compongono le questioni relative alla divisione dei beni comuni. Trattandosi di prevalente funzione transattiva non si applica in tal caso l'art. 764,comma 2, secondo cui l'azione di rescissione di cui all'art. 763 — in caso di lesioni oltre il quarto del valore del diritto del contitolare — non è ammessa contro la transazione con la quale si è posto fine alle questioni insorte a causa della divisione o dell'atto eseguito in luogo della medesima ancorché non fosse al riguardo incominciata alcuna lite. Diversamente, con la divisione transattiva i contitolari risolvono le questioni afferenti la natura, il valore e la consistenza dei diritti spettanti a ciascuno. In tal caso la causa è prevalentemente divisionale e si applicano le norme prima menzionate relative all'azione di rescissione non applicandosi, viceversa, l'art. 1969. La giurisprudenza ha evidenziato che il discrimen tra divisione transattiva e transazione divisoria non è costituito dalla natura transattiva di una controversia divisionale, ricorrente in entrambi i negozi, bensì dall'esistenza, nella prima e non nella seconda, di proporzionalità tra le attribuzioni patrimoniali e le quote di ciascuno dei partecipanti alla comunione (Cass. III, n. 13942/2012). Ad avviso della S.C. ai fini dell'interpretazione di un negozio come transazione divisionale, nel quale la causa transattiva prevale su quella divisionale, non è possibile presumere la volontà di transigere con rinuncia ai propri diritti, sulla base della semplice consapevolezza della sproporzione delle quote o dei beni indicati nell'accordo divisorio, in mancanza non soltanto dell'"aliquid datum aliquid retentum", ma anche di un mero disaccordo tra gli eredi e di qualsiasi espressa rinuncia o menzione della volontà di comporre future controversie (Cass. II, n. 8240/2019). BibliografiaCarresi, Transazione (dir. vig.), in Nss. D.I., XIX, Torino, 1973; Colangeli, La Transazione, Milano, 2012; Del Prato, voce Transazione (dir. priv.), in Enc. dir., XLIV, Milano, 1992; Carresi, La transazione, Milano, 1992; Falzea, Accertamento (Teoria generale), in Enc. dir., I, Milano, 1958; Galletto, La transazione: complessità dell'istituto ed attualità della funzione; in Riv. trim. dir. proc. 2013, 4, 1379; Moscarini - Corbo, voce Transazione, in Enc. giur., Roma, 1994; Santoro Passarelli, La Transazione, Napoli, 1986. |