Codice Civile art. 1999 - Conversione dei titoli.

Caterina Costabile

Conversione dei titoli.

[I]. I titoli di credito al portatore [2003] possono essere convertiti dall'emittente in titoli nominativi [2021], su richiesta e a spese del possessore.

[II]. Salvo il caso in cui la convertibilità sia stata espressamente esclusa dall'emittente, i titoli nominativi possono essere convertiti in titoli al portatore, su richiesta e a spese dell'intestatario che dimostri la propria identità e la propria capacità a norma del secondo comma dell'articolo 2022.

Inquadramento

L'art. 1999 sancisce che i titoli di credito possono essere sempre convertiti dall'emittente, dietro richiesta ed a spese del possessore: la conversione non è, dunque, un atto unilaterale ed implica sempre la collaborazione dell'emittente.

La conversione del titolo di credito comporta la sostituzione del titolo come documento e conseguentemente il mutamento di legge di circolazione, senza che da ciò derivi novazione oggettiva del rapporto cartolare con estinzione del relativo diritto, concretandosi la conversione in un semplice atto di amministrazione (Asquini, 109).

Ne consegue che non si verifica alcuna sanatoria dei vizi eventualmente inficianti il titolo originario, né rinuncia a far valere le eccezioni relative in sede di esercizio del diritto (Fiorentino, in Comm. S.B. 1974, 125)

Ipotesi in cui il possessore ha diritto di chiedere la conversione

Per la conversione dei titoli al portatore in titoli nominativi l'emittente, laddove il possessore richiedente se ne assuma le spese, non può rifiutarsi di operare la conversione poso che in tal caso si passa ad una legge di circolazione più rigorosa che tutela maggiormente anche l'emittente riducendo le ipotesi di pagamento al non titolare (Laurini, 62).

Nella ipotesi inversa, invece, il debitore-emittente ha interesse ad evitare che la sua posizione sia resa più incerta mediante il passaggio ad una legge di circolazione meno rigorosa, mentre il possessore ha interesse ad una più facile spendibilità del titolo.

Nell'intento di contemperare questi opposti interessi il legislatore ha attribuito rilevanza alla volontà contraria del debitore alla conversione purché ciò sia espresso all'atto dell'emissione mediante una clausola inserita nel titolo (Fiorentino, ult. cit.).

La norma nulla prevede in ordine ai titoli all'ordine.

Parte della dottrina ritiene che la conversione da titolo al portatore a titolo all'ordine possa operarsi, qualora possibile, e che l'emittente non possa rifiutarsi atteso quanto previsto per la conversione in titoli nominativi (Fiorentino, in Comm. S.B. 1974, 126).

Esecuzione della conversione

Nell'ipotesi di conversione del titolo al portatore in nominativo il possessore non deve giustificare il proprio diritto, operando le regole dettate dagli artt. 1992 e 2003.

Nell'ipotesi inversa il possessore richiedente, invece, deve dimostrare la propria identità personale e la propria capacità a disporre ex art. 2022, comma 2, ovvero mediante certificazione di un notaio o di un agente di cambio.

Trattasi di una misura precauzionale imposta per impedire la facile successiva alienazione del titolo convertito al portatore da parte di chi non ha la capacità di disporre dello stesso (Fiorentino, v in Comm. S.B. 1974, 127).

Bibliografia

Asquini, Titoli di credito, Padova, 1966; Cian, voce Dematerializzazione, in Enc. dir. - Annali, 2, Milano, 2008; Galgano, Sulla circolazione dei titoli di credito, in Contr. impr., 1987, 382; AA.VV., I titoli di credito, a cura di Laurini, Milano, 2009; Lener, La dematerializzazione dei titoli azionari e il sistema monte titoli S.P.A., Milano, 1989; Martorano, voce Titoli di credito, in Enc. dir., XLIV, Milano, 1992; Martorano, voce Titoli rappresentativi della merce, in Enc. dir., XLIV, Milano, 1992; Micheli-De Marchi, voce Titoli di credito, in Enc. dir., III, Milano, 1958; Micheli-De Marchi, voce Assegno circolare, in Enc. dir., XLIV, Milano, 1958; Oppo, Titoli di credito in generale, in Enc. giur., Roma, 1994; Tedeschi, Titoli di credito, in Dig. comm., Torino, 1998; Id., voce Cambiale, in Dig. comm., II, Torino, 1987.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario