Codice Civile art. 2006 - Smarrimento e sottrazione del titolo.Smarrimento e sottrazione del titolo. [I]. Salvo disposizioni di leggi speciali, non è ammesso l'ammortamento dei titoli al portatore smarriti o sottratti. [II]. Tuttavia chi denunzia all'emittente lo smarrimento o la sottrazione d'un titolo al portatore e gliene fornisce la prova ha diritto alla prestazione e agli accessori della medesima, decorso il termine di prescrizione del titolo [2946]. [III]. Il debitore che esegue la prestazione a favore del possessore del titolo prima del termine suddetto è liberato, salvo che si provi che egli conoscesse il vizio del possesso del presentatore. [IV]. Se i titoli smarriti o sottratti sono azioni al portatore [2346 ss.], il denunziante può essere autorizzato dal tribunale, previa cauzione, se del caso, a esercitare i diritti inerenti alle azioni anche prima del termine di prescrizione, fino a quando i titoli non vengano presentati da altri. [V]. È salvo, in ogni caso, l'eventuale diritto del denunziante verso il possessore del titolo. InquadramentoLa disposizione in esame risolve il conflitto che, in caso di smarrimento o sottrazione di un titolo di credito al portatore, si determina tra le opposte esigenze dell'ex possessore e del potenziale terzo acquirente di buona fede dando la massima protezione alla sicurezza della circolazione e negando — salvo le ipotesi previste dalle leggi speciali — al possessore la possibilità di vedere ricostruita, come avviene per i titoli all'ordine e nominativi, la legittimazione cartolare attraverso la procedura di «ammortamento» (Fiorentino, in Comm. S.B. 1974, 140; Martorano, 1979, 233). La perdita della legittimazione cartolare non implica la perdita definitiva del credito potendo il creditore, previa denunzia dello smarrimento o della sottrazione del titolo, ottenere il pagamento solo dopo che sia maturato il termine di prescrizione del titolo. Tuttavia, debitore che paga al possessore del titolo è liberato salvo che si provi che egli conoscesse il vizio del possesso del presentatore, mentre il denunciante può agire contro il possessore. Qualora i titoli smarriti o sottratti siano azioni al portatore operano delle regole particolari. Denuncia all'emittenteLa sottrazione o lo smarrimento di un titolo di credito al portatore, pur comportando la perdita insanabile della legittimazione cartolare, non determina la perdita definitiva del diritto di credito. Pur in mancanza di una procedura di ammortamento, l'art. 2006 prevede che, previa denunzia all'emittente della sottrazione o dello smarrimento involontario del titolo, il creditore possa ottenere il pagamento una volta decorso il termine di prescrizione (Martorano, 1979, 234). In dottrina è discusso se la denuncia debba essere effettuata dal proprietario del titolo e quindi titolare del credito oppure dal semplice legittimato (in arg. v. Asquini, 119; Fiorentino, in Comm. S.B. 1974, 141). La prestazione in favore dell'ex portatore denunciante è ammessa solo una volta spirato il termine di prescrizione per l'esercizio cartolare al fine di tutelare il debitore dalla eventualità di un doppio pagamento (Cass. I, n. 4571/1992): ciò in considerazione della circostanza che, dopo lo smarrimento o la sottrazione, il titolo può circolare e pervenire a un terzo di buona fede (Asquini, 117; Laurini, 74). La norma in esame ammette, inoltre, la liberazione del debitore in caso di pagamento al possessore prima del decorso del termine di prescrizione salvo che si provi che egli conoscesse il vizio del possesso del presentatore. La dottrina, atteso il disposto del secondo comma dell'art. 1992, interpreta detta previsione nel senso solo il possesso delle prove certe ed idonee a contestare la titolarità del credito al portatore sono idonee ad escludere l'effetto liberatorio del pagamento, non essendo invece sufficiente la mera conoscenza della mancanza di proprietà del titolo (Asquini, 120; Martorano, 235). I diritti del denunziante nei confronti del possessore del titoloL'ultimo comma dell'art. 2006 fa salva la possibilità del denunziante di agire con l'azione di rivendica nei confronti del possessore di mala fede o, nel caso in cui il terzo possessore abbia indebitamente ottenuto il pagamento, la ripetizione dell'indebito ex art. 1189 (Asquini, ult. cit.; Fiorentino, in Comm. S.B. 1974, 142). Nonostante il legislatore utilizzi il termine “denunziante” la dottrina evidenzia che l'espressione è originata dalla formula usata nel secondo comma e non implica che l'azione di ripetizione sia subordinata all'avvenuta denunzia all'emittente (Martorano, 235). Azioni al portatoreL'art. 2006, al comma 4 prevede che nel caso in cui oggetto dello smarrimento o della sottrazione siano azioni al portatore, l'ex possessore denunziante può ricorrere al Tribunale per ottenere, previo versamento di una cauzione, l'autorizzazione all'esercizio dei diritti inerenti alle azioni anche prima del termine di prescrizione e fino a quando i titoli non vengano presentati da altri. Tale norma risulta, tuttavia, superata dalla nominatività obbligatoria delle azioni prescritta dall'art. 74 del d.P.R. 29 settembre 1973, n. 600. Ambito applicazioneLa giurisprudenza reputa applicabile il disposto dell'art. 2006: - alle cedole dei buoni del tesoro (Tar Lazio 1 aprile 2011, n. 2898); - ai Bot e ai Cct (Tar Piemonte 10 aprile 1997, n. 237); - ai warrant (Trib. Torino 21 giugno 1994); Il decreto di ammortamento di titoli di credito al portatore è stato in alcune pronunce ritenuto nullo (Trib. Milano 14 marzo 1992) e in altre inefficace (Trib. Roma 4 ottobre 1978). Leggi specialiL'inapplicabilità della procedura di ammortamento ai titoli al portatore trova un limite nelle disposizioni speciali relative ai titoli al portatore definiti a circolazione ristretta. Trattasi di titoli di credito destinati a circolare in un ambito di soggetti aventi una certa familiarità con strumenti rappresentativi della ricchezza mobiliare, ai quali si può addossare quell'onere di informazione connesso col procedimento di ammortamento che, invece, costituisce la ratio della esclusione di tale procedura per i titoli al portatore in genere (Asquini, 117; Martorano, 1979, 236). Le eccezioni legislativamente previste riguardano: - libretti di deposito a risparmio al portatore e nominativi pagabili al portatore in forza della l. 30 luglio 1951, n. 948 (v. diffusamente sub art. 1836); - cartelle agrarie al portatore ex r.d. 1 gennaio 1892, n. 9; - assegni bancari al portatore sulla scorta del r.d. 21 dicembre 1933, n. 1736. BibliografiaAsquini, Titoli di credito, Padova, 1966; AA. VV., I titoli di credito, a cura di Laurini, Milano, 2009; Martorano, voce Titoli al portatore, in Enc. dir., XLIV, Milano, 1992; Id., Lineamenti generali dei titoli di credito e titoli cambiari, Napoli, 1979; Partesotti, Titoli di credito al portatore, in Enc giur., XXXI, Roma, 1994; Tedeschi, Titoli di credito, in Dig. comm., Torino, 1998; Spada, Titoli atipici, in Enc giur., XXXI, Roma, 1994. |