Codice Civile art. 2066 - [Inderogabilità] (1).[Inderogabilità] (1). (1) Le disposizioni richiamanti le norme corporative devono ritenersi abrogate in seguito alla soppressione dell'ordinamento corporativo. InquadramentoI quattro articoli in commento sono comunemente ritenuti implicitamente abrogati a seguito della soppressione dell'ordinamento corporativo disposta dal r.d.l. n. 721/1943. Tuttavia, a norma dell'art. 43 d.lgs.lgt. n. 369/1944, per i rapporti collettivi ed individuali, restano in vigore, salvo le successive modifiche, le norme contenute nei contratti collettivi, negli accordi economici, nelle sentenze della magistratura del lavoro e nelle ordinanze corporative di cui agli artt. 10 e 13 l. n. 563/1926, agli artt. 8 e 11 l. n. 163/1934 (abrogata dal d.l. n. 200/2008, conv. con mod., dalla l. l. n. 9/2009), e agli artt. 4 e 5 r.d.l. n. 721/1943. Tale disposizione ha assicurato l'ultrattività delle norme corporative vigenti nel momento in cui veniva soppresso l'ordinamento corporativo e, dunque, gli articoli in oggetto vanno considerati abrogati nella parte in cui disciplinavano la produzione di norme corporative, mentre sono ancora in vigore per quanto riguarda l'efficacia di queste ultime. La persistente efficacia dei contratti e degli accordi collettivi corporativiLa giurisprudenza costituzionale ha chiarito che il citato art. 43 d.lgs.lgt. n. 369/1944 non ha mutato la natura, il valore e l'efficacia che contratti e accordi collettivi nell'ordinamento corporativo (Corte cost. n. 1/1963). Conseguentemente, i contratti collettivi corporativi, seppur non muniti di forza di legge (v. anche Corte cost. n. 76/1969, nonché Cass. n. 4585/1989) hanno conservato la loro natura di norme giuridiche e, dunque, debbono essere applicati al rapporto di lavoro tutte le volte in cui ad esso non sia applicabile un contratto collettivo di diritto comune, il quale, proprio in virtù della salvaguardia delle «successive modifiche» enunciata dal citato art. 43, può validamente introdurre una disciplina diversa per gli iscritti alle associazioni che li stipulino (Corte cost. n. 76/1969), eventualmente anche in senso peggiorativo per i lavoratori (Cass. n. 1063/1978), considerato che l'art. 2077 si applica solamente ai rapporti tra contratto individuale e contratto collettivo e non anche tra contratti collettivi. La giurisprudenza ha pertanto affermato ripetutamente che il giudice, quando riscontri l'inapplicabilità al rapporto individuale controverso di contratti od accordi economici collettivi postcorporativi, per difetto dei relativi presupposti o per la mancanza di una regolamentazione collettiva postcorporativa del rapporto stesso, deve, anche d'ufficio, applicare il contratto o l'accordo economico collettivo corporativo che venga in considerazione nella concreta fattispecie (Cass. n. 4855/1983; Cass. 2263/1983, Cass. n. 7014/1982), a condizione che esso sia stato a suo tempo pubblicato (Cass. n. 8661/1987). Poichè le norme corporative, quali fonti normative subordinate alla legge, non potevano ad essa derogare e tale carattere hanno mantenuto anche a seguito del d.lgs.lgt. n. 369/1944, che le ha lasciate in vigore fino alla loro modifica, debbono ritenersi inoperanti quelle disposizioni dei contratti collettivi corporativi che si pongono in contrasto con disposizioni imperative appartenenti ad un livello superiore nella gerarchia delle fonti (Cass. n. 10434/2000; Cass. n. 6751/1981; Cass. n. 1242/1979). 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