Codice Civile art. 2157 - Diritto di preferenza del concedente.Diritto di preferenza del concedente. [I]. Il mezzadro, nella vendita dei prodotti assegnatigli in natura, deve, a parità di condizioni, preferire il concedente. InquadramentoIn mancanza di una disciplina legislativa della prelazione convenzionale, dalle norme in tema di prelazione legale si desume il principio che colui che abbia assunto l'obbligo di preferire un determinato soggetto nella conclusione di un affare è tenuto a comunicare a costui i precisi termini dell'offerta pervenutagli da terzi e, quindi, trattandosi di compravendita, l'ammontare del prezzo offerto dal terzo. A tale principio le parti, nella loro autonomia negoziale possono derogare per la ipotesi di prelazione convenuta per l'ipotesi di vendita di un bene, che al proprietario incomba di comunicare a colui cui viene accordata la preferenza soltanto la decisione di vendere il bene e l'avvio delle trattative al riguardo, e che faccia invece carico a costui di inviare un'offerta d'acquisto vincolante per il proprietario nel senso che egli non possa vendere ad altri alle stesse o, tanto meno, a migliori condizioni (Cass. n. 2332/1964). L'impegno pattizio di preferire un determinato soggetto nella conclusione di un affare (cosiddetta prelazione convenzionale) implica, in applicazione dei criteri evincibili dalle ipotesi di prelazione legale ed in difetto di diversa regolamentazione negoziale, l'obbligo di comunicare a detto soggetto tutti gli elementi della offerta pervenuta dal terzo, che si rendano necessari per dargli la piena consapevolezza dei termini dell'affare, e, quindi, la possibilità di valutare la convenienza o meno dell'Esercizio della prelazione. Detta comunicazione, pertanto, non può limitarsi alla mera enunciazione dell'intenzione di addivenire a quell'affare, ma deve indicare gli elementi del contratto, si da tradursi in una vera e propria proposta contrattuale, ed eventualmente anche il nome del terzo, qualora tale indicazione, in relazione al riscontro di una volontà delle parti che assegni Rilevanza all'intuitus personae, si appalesi necessaria per assicurare le indicate esigenze (nella specie, vertevasi in tema di patto di prelazione per il caso di vendita delle azioni, contenuto nello statuto di una società a base familiare) (Cass. n. 1407/1981). BibliografiaCarrara, I contratti agrari, Torino, 1954, 825; Cattaneo, in Contratti agrari associativi, Manuale di diritto agrario italiano (a cura di Irti), Torino, 1978, 331; Giuffrida, Imprenditore agricolo, in Enc. dir., XX, Milano, 1970, 557. |