Codice Civile art. 2491 - Poteri e doveri particolari dei liquidatori (1).Poteri e doveri particolari dei liquidatori (1). [I]. Se i fondi disponibili risultano insufficienti per il pagamento dei debiti sociali, i liquidatori possono chiedere proporzionalmente ai soci i versamenti ancora dovuti. [II]. I liquidatori non possono ripartire tra i soci acconti sul risultato della liquidazione, salvo che dai bilanci risulti che la ripartizione non incide sulla disponibilità di somme idonee alla integrale e tempestiva soddisfazione dei creditori sociali; i liquidatori possono condizionare la ripartizione alla prestazione da parte del socio di idonee garanzie. [III]. I liquidatori sono personalmente e solidalmente responsabili per i danni cagionati ai creditori sociali con la violazione delle disposizioni del comma precedente. (1) V. nota al Capo VIII. InquadramentoL'articolo in commento regola due eventualità che si possono verificare nel corso della liquidazione e, precisamente, la necessità di richiedere ai soci i versamenti ancora dovuti e la possibilità di ripartire ad essi acconti sulla liquidazione qualora questi ultimi non rechino pregiudizio alle finalità della liquidazione. I versamenti ancora dovutiLa norma subordina la richiesta ai soci dei versamenti ancora dovuti all'insufficienza dei fondi disponibili perché altrimenti sarebbe inutile richiedere ai soci un esborso destinato ad essere loro restituito (Giannelli Dell'Osso, 10449). Gli acconti sulla liquidazioneVenuto meno il richiamo alle norme sulla liquidazione nelle società personali, il secondo comma dell'articolo in commento (letto in positivo) autorizza i liquidatori a ripartire tra i soci acconti sulla liquidazione se dai bilanci risulti che tale ripartizione non incida sulla disponibilità di somme idonee alla integrale e tempestiva soddisfazione dei creditori sociali. Non è, quindi, necessario un accantonamento materiale delle liquidità destinate a pagare i creditori, essendo invece sufficiente un mero accantonamento contabile (Niccolini 2116). L'ordinamento circonda, però, l'operazione da particolari cautele volte al rispetto delle finalità della liquidazione (Gianelli Dell'Osso, 1045). Il primo presupposto che consente la distribuzione di acconti è costituito dalla disponibilità delle somme: la distribuzione è dunque condizionata ad un test di liquidità avente ad oggetto sia le giacenze di cassa sia la consistenza del cash flow atteso (Giannelli Dell'Osso, 1046). L'accertamento della idoneità delle disponibilità a soddisfare i creditori va evidenziata non già sulla base dello stato patrimoniale del bilancio, ma nell'ambito della relazione sulla gestione di cui all'art. 2490 comma 2 dove i liquidatori devono dimostrare che l'operazione di distribuzione non incida sulla corretta procedura liquidatoria (Strampelli 245). Il secondo comma dell'articolo in commento individua nei «bilanci» il luogo ove deve risultare che la ripartizione non incide sulla disponibilità delle somme idonee alla soddisfazione dei creditori sociali. La responsabilità dei liquidatoriIl terzo comma della disposizione in commento prevede la responsabilità dei liquidatori per la violazione delle norme in ordine alla ripartizione degli acconti. La norma si inserisce nell'ambito di una più articolata disciplina della responsabilità dei liquidatori che comprende tanto il disposto dell'art. 2394 quanto quello dell'art. 2495 comma 2. È stato, però, osservato che la responsabilità prevista dall'art. 2491 comma 3 è legata a presupposti diversi da quelli delle richiamate norme. In particolare, qui legittima l'azione dei creditori l'indisponibilità della liquidità necessaria per soddisfare i debiti in scadenza dovuta all'indebita ripartizione di acconti da parte dei liquidatori (Strampelli 251). La responsabilità dei liquidatori sussiste, quindi, quando per negligenza, imperizia o per dolo, essi abbiano omesso di rilevare nei bilanci societari alcuni debiti giungendo ad una valutazione falsata degli effetti della distribuzione di acconti sul risultato della liquidazione (Strampelli 251, Parrella, 293). La maggioranza degli autori ritiene che la responsabilità in argomento abbia natura extracontrattuale (Vaira, 2119; Parrella, 292, Strampelli, 252; contra, ascrive la responsabilità all'ambito contrattuale, Campobasso, 398). Il divieto per i liquidatori di ripartire fra i soci, anche solo parzialmente, i beni sociali finché non siano stati pagati i creditori sociali o non siano state accantonate le somme necessarie per il pagamento dei debiti non ancora scaduti è stabilito a tutela dei creditori con carattere di inderogabilità, e, quindi, la violazione del divieto non è esclusa dalla circostanza che la garanzia generica offerta dal capitale sociale sia astrattamente idonea a garantire i creditori, ovvero nel caso in cui, all'esito della liquidazione, si accerti che i creditori sono stati comunque soddisfatti (Cass. n. 17585/2005). BibliografiaAlessi, I liquidatori di società per azioni, Torino, 1994; Angiolini, in Commentario del codice civile, a cura di Gabrielli E., Delle società - Dell'azienda. Della concorrenza, artt. 2452-2510, a cura di Santosuosso, Torino, 2015; Balzarini, artt. 2484-2486, in Bianchi e Strampelli (a cura di), Scioglimento e liquidazione delle società di capitali, in Commentario alla riforma delle società, diretto da Marchetti, Bianchi, Ghezzi, Notari, Milano, 2016; Bertolotti, Il reclamo avverso il bilancio finale di liquidazione e l'evoluzione normativa, in Giust. civ. 2003, I, 1886; Buonocore, La fine dell'impresa societaria a base capitalistica, in La riforma del diritto societario, a cura di Buonocore, Torino, 2003; Caccavale, Magliulo, Maltoni, Tassinari, La riforma della società a responsabilità limitata, Milano, 2004; Casamassima, I bilanci di liquidazione nella società per azioni, in Riv. not. 2003, 108; Dell'Osso, in Commentario del codice civile, a cura di Gabrielli E., Delle società - Dell'azienda. Della concorrenza, artt. 2452-2510, a cura di Santosuosso, Torino, 2015; Desauro, Bilancio ordinario e bilanci di liquidazione nelle S.p.A. Profili funzionali e impugnative, Milano, 1978; Dimundo, Gruppi, trasformazione, fusione e scissione, scioglimento e liquidazione, società estere, in Commentario Lo Cascio, Milano, 2003; Fimmanò, in Bianchi e Strampelli (a cura di), Scioglimento e liquidazione delle società di capitali, in Commentario alla riforma delle società, diretto da Marchetti, Bianchi, Ghezzi, Notari, Milano, 2016; Giannelli, Dell'Osso, in Commentario del codice civile, a cura di Gabrielli E., Delle società - Dell'azienda. Della concorrenza, artt. 2452-2510, a cura di Santosuosso, Torino, 2015; Niccolini, artt. 2484 - 2405. Scioglimento e liquidazione delle società di capitali, in Società di capitali, in Commentario Niccolini - Stagno d'Alcontres, Napoli, 2004; Paciello, in Sandulli, Santoro, La riforma delle società, 3, Torino, 2003; Parrella, in Comm. Sandulli, Santoro, 3, Torino, 2003, 257; Paciello, in Comm. Sandulli-Santoro, Torino, 2003; Pasquariello, in Commentario Maffei Alberti, III, Padova, 2005; Prenestini, in Bianchi e Strampelli (a cura di), Scioglimento e liquidazione delle società di capitali, in Commentario alla riforma delle società, diretto da Marchetti, Bianchi, Ghezzi, Notari, Milano, 2016; Riva Crugnola, Liquidazione, cancellazione, estinzione delle società di capitali: la posizione dei creditori sociali, casi giurisprudenziali e questioni aperte, in Soc. n. 11/2015, 1246 ss.; Rossi, in Maffei Alberti (a cura di), Il nuovo diritto delle società, III, Padova, 2005; Salafia, Accertamento e contestazione della causa di scioglimento di società di capitali, in Soc. 2007, 1258; Salafia, Scioglimento e liquidazione delle società di capitali, in Soc. 2003, 378; Sanna, Cancellazione ed estinzione nelle società di capitali, in Studi di Diritto dell'Impresa, Torino, 2013; Strampelli, Capitale sociale e struttura finanziaria nella società in crisi, in Riv. soc. 2012, 605; Turelli, Gestione dell'impresa e società per azioni in liquidazione, Milano, 2012; Vaira, in Il nuovo diritto societario, a cura di Cottino, Bonfante, Cagnasso, Montalenti, III, Bologna, 2004. |