Osservatorio sulla Cassazione - Maggio 2017

La Redazione
16 Giugno 2017

Torna l'appuntamento con l'osservatorio sulla Corte di Cassazione: una rassegna delle più interessanti sentenze di legittimità depositate nel mese di maggio.

Fallimento e requisiti di non fallibilità

Cass. Civ. – Sez. I – 31 maggio 2017 – n. 13746, sent.

In tema di fallimento, ai fini della prova della sussistenza dei requisiti di non fallibilità di cui all'art. 1, comma 2, l.fall., i bilanci degli ultimi tre esercizi che l'imprenditore è tenuto a depositare, ai sensi dell'art. 15, comma 4, l.fall., sono quelli già approvati e depositati nel registro delle imprese, ai sensi dell'art. 2435 c.c.; sicché, ove difettino tali requisiti, o essi non siano ritualmente osservati, il giudice può motivatamente non tenere conto dei bilanci prodotti, rimanendo l'imprenditore onerato della prova circa la sussistenza dei requisiti della non fallibilità.

Fallimento e qualifica di imprenditore commerciale

Cass. Civ. – Sez. VI – 17 maggio 2017 – n. 12338, sent.

Gli elementi identificativi dell'impresa commerciale, ai sensi dell'art. 2082 c.c., sono la professionalità e l'organizzazione, intese come svolgimento abituale e continuo dell'attività e sistematica aggregazione di mezzi materiali e immateriali, al di là della scarsezza dei beni predisposti, tanto più quando l'attività, come quella dell'agente di commercio, non necessiti di mezzi materiali e personali rilevanti.

Dichiarazione di fallimento e legittimazione del curatore

Cass. Civ. – Sez. I – 16 maggio 2017 – n. 12066, sent.

L'art. 25, comma 1, n. 6, l.fall., che attribuisce al giudice delegato il potere di autorizzare il curatore a stare in giudizio come attore o come convenuto ed è posto in funzione della delicatezza della relativa decisione che potrebbe essere anche foriera di passività per la procedura in caso di soccombenza, ricomprende pure l'ipotesi del ricorso per la dichiarazione di fallimento autorizzato dal giudice delegato per essere il creditore istante sottoposto alla procedura di concordato preventivo.

La veridicità dei dati aziendali come condizione per l'ammissibilità al concordato preventivo

Cass. Civ. – Sez. I – 4 maggio 2017 – n. 10826, sent.

Tra le condizioni prescritte per l'ammissibilità del concordato preventivo rientra, ai sensi dell'art. 162, comma 2, l.fall., anche la veridicità dei dati aziendali esposti nei documenti prodotti unitamente al ricorso; ne consegue che se nel corso della procedura emerge che siffatta condizione mancava al momento del deposito della proposta, il tribunale così come dovrebbe revocare, ex art. 173, comma 3, l.fall. l'ammissione al concordato, parimenti dovrebbe negarne l'omologazione.

Curatore: legittimazione ad agire contro le banche responsabili in solido con gli amministratori

Cass. Civ. – Sez. III – 12 maggio 2017, n. 11798, sent.

Il curatore del fallimento di una società non è legittimato a proporre nei confronti della Banca finanziatrice l'azione di responsabilità per il risarcimento dei danni causati ai creditori dall'abusiva concessione di credito, diretta a mantenere in vita artificiosamente un'impresa decotta. La legittimazione del curatore ad agire in rappresentanza dei creditori, infatti, è limitata alle azioni di massa, mentre l'azione in esame costituisce uno strumento di reintegrazione del patrimonio del singolo creditore.

Legittimazione del curatore nei procedimenti pendenti dopo la chiusura del fallimento

Cass. Civ. – Sez. I – 3 maggio 2017 – n. 10722, sent.

La chiusura del fallimento, determinando la cessazione degli organi fallimentari e il rientro del fallito nella disponibilità del suo patrimonio, fa venire meno la legittimazione processuale del curatore, determinando il subentrare dello stesso fallito tornato in bonis nei procedimenti pendenti all'atto della chiusura, ma non determina effetti sul giudizio di cassazione, che è caratterizzato dall'impulso d'ufficio e al quale non sono perciò applicabili le norme di cui agli art. 299 e 300 c.p.c.

Azione revocatoria e fondo patrimoniale dei coniugi

Cass. Civ. – Sez. I – 11 maggio 2017 – n. 11551, sent.

Ove l'azione revocatoria promossa dal creditore personale di uno dei coniugi abbia ad oggetto un fondo patrimoniale al cui atto costitutivo abbiano preso parte entrambi la proprietà dei beni costituenti il fondo spetta, ai sensi dell'art. 168 c.c., appunto a entrambi i coniugi, salvo che sia diversamente stabilito nell'atto costitutivo.

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