Regio decreto - 16/03/1942 - n. 267 art. 198 - Organi della liquidazione amministrativa.

DOMENICA CAPEZZERA

Organi della liquidazione amministrativa.

 

Con il provvedimento che ordina la liquidazione o con altro successivo viene nominato con commissario liquidatore. È altresì nominato un comitato di sorveglianza di tre o cinque membri scelti fra persone particolarmente esperte nel ramo di attività esercitato dall'impresa, possibilmente fra i creditori.

Qualora l'importanza dell'impresa lo consigli, possono essere nominati tre commissari liquidatori. In tal caso essi deliberano a maggioranza, e la rappresentanza è esercitata congiuntamente da due di essi. Nella liquidazione delle cooperative la nomina del comitato di sorveglianza è facoltativo.

Inquadramento

Pluralità di commissari. Ai sensi dall'art. 198 l.fall., qualora l'Autorità lo ritenga opportuno, in luogo della nomina di un solo commissario, può nominare anche tre commissari liquidatori. Questi delibereranno a maggioranza; inoltre, in tal caso, la rappresentanza sarà esercitata congiuntamente da due di essi.

Il commissario liquidatore, per quanto attiene l'esercizio delle funzioni affidategli, è, come il curatore fallimentare, pubblico ufficiale ed è sottoposto gerarchicamente all'Autorità amministrativa che ha aperto la liquidazione coatta e che vigila sulla liquidazione.

La riforma della crisi d'impresa e dell'insolvenza (d.lgs. 12 gennaio 2019, n. 14)

Per il commento v. sub art. 194.

Nomina del comitato di sorveglianza

L'art. 198 l.fall. stabilisce che sia nominato, con il provvedimento che dispone la liquidazione o con provvedimento successivo, il comitato di sorveglianza costituito da tre o cinque membri.

Caratteristica di quest'organo, che ha essenzialmente funzioni di controllo e consultive, è quella di dover essere composto da persone particolarmente esperte nel ramo di attività esercitato dall'impresa» e solo «possibilmente» da persone scelte fra i creditori. Ciò porta a ritenere che quest'organo, di carattere amministrativo, sia preposto essenzialmente alla realizzazione dell'interesse pubblico perseguito dalla procedura e non propriamente di quello (particolare) dei creditori.

«Mentre non può dubitarsi che il controllo del comitato di sorveglianza non possa esplicitarsi in un'ingerenza attiva delle operazioni di liquidazione, sembra doversi ammettere che il controllo possa essere esercitato, soltanto sotto il profilo della legittimità, mediante un riscontro amministrativo e contabile degli atti liquidatori. Qualora emergano irregolarità, il comitato di sorveglianza potrà chiedere all'autorità amministrativa di revocare il commissario liquidatore» (Maffei Alberti, 1149).

«A differenza del comitato dei creditori del fallimento, il comitato di sorveglianza della liquidazione coatta amministrativa non è espressione degli interessi dei creditori, bensì di quegli stessi interessi alla cura dei quali è istituzionalmente preposta l'autorità amministrativa» (Fauceglia-Panzani, 1898).

Attività del comitato di sorveglianza

Il comitato di sorveglianza, nella veste di organo (tecnico) portatore di interessi pubblici, svolge le seguenti funzioni:

- controllo delle operazioni della liquidazione poste in essere dal commissario liquidatore (art. 204, comma 1, l.fall.);

- redazione di un rapporto che deve essere allegato alle relazioni semestrali predisposte dal commissario liquidatore (art. 205, comma 2, l.fall.);

- svolgimento di attività consultiva, ai sensi dell'art. 206, comma 2, l.fall., in favore dell'autorità amministrativa ai fini dell'autorizzazione al compimento degli atti previsti dall'art. 35 l.fall. di valore indeterminato o superiore ad euro 1.032,91;

- formulazione di un parere preventivo sulla vendita dei beni immobili e mobili in blocco (art. 210, comma 2, l.fall.), sulla distribuzione di acconti parziali (art. 212, comma 2, l.fall.) e sulla proposta di concordato (art. 214, comma 2, l.fall.);

- assistenza al commissario liquidatore nell'attività di sorveglianza dell'esecuzione del concordato (art. 214, comma 5, l.fall.).

Per quanto concerne le funzioni di controllo (art. 204, comma 1, l.fall.), si ritiene che il comitato di sorveglianza possa sindacare non solo la legittimità formale, ma anche la legittimità sostanziale della gestione commissariale in termini di adeguatezza delle operazioni di liquidazione rispetto alle finalità istituzionali della procedura.

Ai sensi dell'art. 201, comma 2, l.fall., il comitato di sorveglianza si intende sostituito nei poteri del comitato dei creditori (organo tipico della procedura fallimentare). Ciò farebbe pensare ad una sostanziale equivalenza di ruoli e funzioni.

«Tuttavia, l'estensione al comitato di sorveglianza di tali funzioni, soprattutto a seguito del deciso rafforzamento del ruolo del comitato dei creditori nell'ambito del fallimento, non sempre risulta compatibile con l'assetto complessivo della liquidazione coatta (v., in particolare, il richiamo delle norme in materia di beni sopravvenuti e di rapporti giuridici pendenti: artt. 200, comma 1, e 210). A ciò si aggiunga che la disciplina degli organi della liquidazione coatta è ampiamente derogata dalla legislazione speciale».

Compenso ai membri del comitato di sorveglianza

Per quanto concerne il compenso dei membri del comitato di sorveglianza, si segnala che non esiste una disciplina generale comune; nella liquidazione coatta amministrativa degli istituti bancari è prevista dall'art. 81, comma 4, d.lgs. n. 385/1993- T.U.B. (applicabile anche alla liquidazione coatta amministrativa degli intermediari finanziari — l'art. 57, comma 3, d.lgs. n. 58/1998T.U.F., infatti, rinvia all'art. 81 T.U.B.). Per le imprese di assicurazione, la disciplina di riferimento è quella prevista dall'art. 246, comma 3, d.lgs. n. 205/2006 —Cod. ass.; per gli enti cooperativi, infine, il d.m. 23 febbraio 2001 ha rideterminato i compensi ed i rimborsi spettanti ai commissari ed ai membri dei comitati.

Bibliografia

V. sub art. 196.

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