Firma non valida sulla copia informatica del provvedimento telematico

Pietro Calorio
18 Ottobre 2016

La copia informatica del provvedimento, aperta con Adobe Reader, riporta la dicitura «almeno una delle firme non è valida»: perché?

La copia informatica del provvedimento, aperta con Adobe Reader, riporta la dicitura «almeno una delle firme non è valida»: perché?

Aprendo il file .pdf di un provvedimento del Giudice da quest'ultimo formato in origine come documento informatico (quindi in “pdf nativo”) con il più diffuso software per la visualizzazione dei file PDF (Adobe Reader), capita ormai quasi sempre di visualizzare un'informazione di errore riguardante la firma digitale (v. il “pannello firma”, che si apre a sinistra dopo aver cliccato sul tasto “pannello firma” in alto a destra), in questo modo:

La firma digitale del Giudice (in formato PAdES) è presente, perché il documento è stato “copiato” dall'originale informatico firmato dal Giudice stesso; i sistemi informatici del Ministero, per distinguere il documento dall'originale informatico, aggiungono la “coccarda” sul lato destro delle pagine e le “scritte blu” nella parte alta (che riassumono i numeri – R.G. repertorio ecc. - del provvedimento) [Per approfondimenti v. P. Calorio, Copie e duplicati informatici di atti e provvedimenti: come distinguerli “materialmente”?]. Sono queste aggiunte a renderlo diverso dall'originale, una “copia informatica”, appunto.

Ma perché questo errore relativo alla firma digitale? La risposta è alquanto semplice: la procedura informatica apponendo la “coccarda” e le “scritte blu” modifica il documento in un momento successivo alla firma, alterandolo. In effetti, nelle diciture riportate nel “pannello firma”, se ne ritrovano due particolarmente esplicative: dopo la firma, «il documento è stato modificato o si è danneggiato», e poi, al fondo, accanto al triangolo giallo, «1 pagina modificata/e».

Ciò non ha alcuna conseguenza negativa sulla possibilità di attestare la conformità all'originale della copia informatica (a norma degli artt. 16-bis, comma 9-bis e con le modalità previste dal successivo art. 16-undecies d.l. n. 179/2012), ai fini dei successivi utilizzi (i più frequenti: 1. deposito telematico; 2. deposito cartaceo dopo la stampa e l'attestazione su carta; 3. notificazione in proprio a mezzo PEC; 4. notificazione in proprio nei modi ordinari dopo la stampa e l'attestazione su carta; 5. notificazione via UNEP dopo la stampa e l'attestazione su carta).

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