L’amministratore non consegna tutta la documentazione al socio: non è impedito controllo

La Redazione
29 Agosto 2017

Il reato proprio di cui all'art. 2625 c.c. sanziona l'impedimento o l'ostacolo all'attività di controllo del socio mediante l'occultamento di documenti o il ricorso ad altri artifici e richiede, a tal fine, il compimento di una condotta attiva dell'amministratore, non essendo sufficiente il fatto omissivo della mancata messa a disposizione dei documenti contabili della società.

Il reato proprio di cui all'art. 2625 c.c. sanziona l'impedimento o l'ostacolo all'attività di controllo del socio mediante l'occultamento di documenti o il ricorso ad altri artifici e richiede, a tal fine, il compimento di una condotta attiva dell'amministratore, non essendo sufficiente il fatto omissivo della mancata messa a disposizione dei documenti contabili della società.

È il principio ribadito dalla Cassazione Penale, nella sentenza n. 39443, depositata il 28 agosto.

Il caso. L'amministratore di una s.a.s. veniva condannato in primo grado, ex art. 2625 c.c., per avere ostacolato l'attività di controllo del socio accomandante, rifiutandosi di mettere a disposizione tutta la documentazione contabile e sociale, che risultava così occultata. Il socio, nel frattempo receduto, aveva ottenuto la liquidazione della quota per un valore inferiore a quello reale e sosteneva che se avesse potuto consultare i documenti contabili avrebbe determinato correttamente l'entità della quota spettantegli.

Nel corso di una complessa vicenda processuale, l'imputato veniva prosciolto per prescrizione del reato, ma la Corte d'appello, pronunciando in sede di rinvio, disponeva, nell'ambito dell'azione civile esercitata dal socio, il risarcimento del danno consistente nella differenza tra l'effettiva entità della quota liquidata e il valore reale.

Impedito controllo sulla gestione societaria. La S.C. ha l'occasione di ribadire alcuni principi in materia di impedito controllo: in primo luogo afferma che l'art. 2625, comma 2, c.c., con previsione ampia e non tassativa, intende tutelare il corretto funzionamento della società, incriminando le condotte che ostacolino il controllo sull'amministrazione, in quanto produttive di un pregiudizio patrimoniale al socio. Tuttavia, il reato proprio in esame non riguarda la partecipazione del socio, e l'esercizio dei relativi diritti, in riferimento a tutti gli aspetti della vita societaria, ma intende garantire solo le funzioni di controllo esercitabili sulla gestione della società: non ogni attività societaria, di cui venga impedito al socio di prendere parte, integra violazione della norma, essendo necessario che l'impedimento attenga alle funzioni ispettive, circa la regolarità della gestione (così, Cass. Pen. n. 15641/2015).

La condotta attiva dell'amministratore. La Cassazione precisa che la norma, quando sanziona l'impedimento o l'ostacolo all'attività di controllo del socio, pretende il compimento di una condotta necessariamente attiva dell'amministratore. Il delitto è ravvisabile se l'amministratore non si limiti a negare, in tutto o in parte, l'ostensione della documentazione contabile e societaria, ma ponga in essere operazioni positive volte ad occultare i documenti richiesti, ovvero alteri fraudolentamente il contenuto dei libri contabili o dei verbali (così: Cass. Pen., n. 47307/2016, in questo portale, con nota di Marzari, L'illecita condotta di impedito controllo da parte dell'amministratore).

L'omissione non rileva. In conclusione, il fatto materiale, meramente omissivo, come nel caso di specie (all'imputato è stato contestato di aver trasmesso solo parte della documentazione societaria richiesta dal socio) non corrisponde alla fattispecie astratta delineata dal legislatore nella norma incriminatrice, che postula il compimento di una condotta attiva.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.