Omesso versamento IVA: la crisi di liquidità non integra necessariamente forza maggiore

16 Ottobre 2015

La crisi di liquidità non è una causa di forza maggiore che può giustificare il mancato pagamento dell'IVA, se il contribuente non dimostra di essere stato completamente impossibilitato a fare altrimenti.

La crisi di liquidità non è una causa di forza maggiore che può giustificare il mancato pagamento dell'IVA, se il contribuente non dimostra di essere stato completamente impossibilitato a fare altrimenti. Lo hanno ribadito i Giudici della Corte di Cassazione con la sentenza depositata il 12 ottobre 2015, n. 40766.

L'imputato era stato condannato dal tribunale del riesame per omesso versamento di IVA. A sua giustificazione, egli aveva portato la crisi di liquidità che aveva reso impossibile il pagamento del tributo. “Il reato in esame è punibile a titolo di dolo generico – hanno confermato i giudici della Cassazione – essendo sufficiente a integrarlo la coscienza e volontà di non versare all'erario le ritenute effettuate nel periodo considerato”. A tal proposito, la prova del dolo è insita nella presentazione della dichiarazione annuale: da essa emerge quanto è dovuto a titolo di imposta, e quanto quindi deve essere versato (o completamente o almeno in parte, entro i limiti stabiliti per non sforare la soglia di punibilità).

Ora, fatte queste premesse la Corte di Appello aveva ben giudicato e valutato l'impossibilità di accoglimento del ricorso: la crisi di liquidità era irrilevante, in quanto l'inadempimento dell'obbligazione tributaria penalmente sanzionata non derivava dalla impossibilità di adempiere, ma da una utilizzazione delle somme ricevute per diverse finalità. Il contribuente, inoltre, non aveva soddisfatto la richiesta di provare la assoluta impossibilità di reperimento delle risorse necessarie all'adempimento tributario, e aveva basato il suo ricorso unicamente sulla generica idoneità della crisi di liquidità ai fini della sussistenza delle cause di forza maggiore. Ma “poiché la forza maggiore postula la individuazione di un fatto imponderabile, imprevisto ed imprevedibile, che esula del tutto dalla condotta dell'agente […] questa Suprema Corte ha sempre escluso […] che le difficoltà economiche in cui versa il soggetto agente possano integrare la forza maggiore penalmente rilevante”.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.