Illegittimo l’accertamento emesso ante tempus
23 Giugno 2015
Illegittimo l'accertamento con il quale l'Agenzia delle Entrate provvede a rettificare la dichiarazione IVA entro i 60 giorni di tempo previsti dalla legge per le osservazioni della parte. È quanto ha affermato ancora una volta la Corte di Cassazione con la sentenza del 19 giugno 2015, n. 12778 nella quale ha rigettato il ricorso proposto dall'Ufficio contro la precedente decisione della Commissione Tributaria Regionale, che aveva provveduto ad invalidare l'atto di accertamento proprio perché emesso prima dello scadere dei 60 giorni previsti dall'art. 12, comma 7, Legge n. 212/2000. Per l'Agenzia delle Entrate, però, l'atto emesso prima del tempo non è da considerarsi automaticamente invalido, ma anzi “resta garantito il diritto di difesa in via amministrativa (autotutela) e giudiziaria (ricorso alla Commissione Tributaria)”. Per la Corte di Cassazione, però, questa interpretazione è del tutto infondata. “L'illegittimità dell'atto impositivo emesso ante tempus poiché detto termine è posto al a garanzia del pieno dispiegarsi del contraddittorio procedimentale, il quale costituisce primaria espressione dei principi, di derivazione costituzionale, di collaborazione e buona fede tra amministrazione e contribuente ed è diretto al migliore e più efficace esercizio della potestà impositiva”. Insomma, non ci sono stati motivi per avvalorare le tesi dell'Ufficio: la Corte di Cassazione ha, quindi, rigettato il ricorso e confermato la precedente sentenza della Commissione Tributaria Regionale. |