Canone di locazione per lo studio, il professionista non soggetto all’IRAP

La Redazione
30 Giugno 2017

Non necessariamente chi paga un canone di locazione deve essere assoggettato all'IRAP. Questo quanto espresso dai giudici della Corte con l'ordinanza n.16072/2017.

Anche se paga il canone di locazione per il suo studio, il professionista non deve pagare necessariamente l'IRAP. Questa l'interessante posizione dei Giudici della Suprema Corte, con l'ordinanza del 28 giugno 2017, n. 16072, con la quale hanno respinto il ricorso presentato dall'Erario.

Il professionista in questione svolgeva la propria attività all'interno di uno studio del quale pagava regolarmente il canone di locazione: tanto basta al Fisco per giustificare l'imposizione. Il Giudice di merito aveva però ritenuto irrilevante il fatto che il contribuente, che lavorava da solo con l'uso di un solo computer e normali macchine da ufficio, pagasse il canone di locazione.

Secondo i Giudici della Cassazione tale interpretazione era corretta: il canone non influiva sulla soggezione all'imposta. Infatti, non necessariamente, l'uso dei locali è indice di autonoma organizzazione. Come hanno avuto modo di illustrare nell'ordinanza: “l'uso di uno studio non è quindi di per sé indice dell'esistenza di autonoma organizzazione; costituite infatti oggetto dell'accertamento di fatto del giudice di merito – che nella specie è stato compiuto in modo logicamente coerente ed immune da vizi, senza trascurare il profilo delle dimensioni e delle caratteristiche poste in relazione al normale svolgimento di quella specifica attività – la verifica della “eccedenza” del bene strumentale rispetto al “minimo indispensabile per l'esercizio di attività in assenza di organizzazione”.

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