La stazione appaltante non può fare ricorso al soccorso istruttorio per supplire a carenze dell’offerta tecnica

Nicola Posteraro
02 Maggio 2016

Il soccorso istruttorio, disciplinato dall'art. 46, comma 1, d.lgs. n. 163 del 2006, si riferisce al potere/dovere di regolarizzare certificati, documenti o dichiarazioni già esistenti ovvero di completarli solo in relazione ai requisiti soggettivi di partecipazione.

La sentenza, trattando di una tematica che attiene al Codice del 2006, afferma che il soccorso istruttorio, disciplinato dall'art. 46, comma 1, d.lgs. n. 163 del 2006, si riferisce al potere/dovere di regolarizzare certificati, documenti o dichiarazioni già esistenti, ovvero di completarli, solo in relazione ai requisiti soggettivi di partecipazione: la stazione appaltante, quindi, non può legittimamente farvi ricorso per supplire a carenze dell'offerta tecnica, a maggior ragione in presenza di una previsione chiara della legge di gara e della sua conclamata inosservanza da parte di un'impresa concorrente.

Il Collegio segue, in questo modo, quanto affermato da Cons. St., Ad. plen., 25 febbraio 2014, n. 9, a mente della quale: «[…] il “soccorso istruttorio” consente di completare dichiarazioni o documenti già presentati (ma, giova ribadirlo, non di introdurre documenti nuovi), solo in relazione ai requisiti soggettivi di partecipazione dell'impresa; esso non può essere mai utilizzato per supplire a carenze dell'offerta sicché non può essere consentita al concorrente negligente la possibilità di completare l'offerta successivamente al termine finale stabilito dal bando, salva la rettifica di errori materiali o refusi […]».

Il d.lgs. n. 50 del 2016, che si applicherà alle alle procedure selettive formalmente avviate (mediante pubblicazione del bando o dell'avviso o mediante invio delle lettere d'invito) successivamente alla sua entrata in vigore, disciplina l'istituto del soccorso istruttorio all'art. 83.

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