I presupposti per la decorrenza del termine di impugnazione nel rito “super accelerato”

02 Maggio 2017

Il termine di cui all'articolo 120, comma 2-bis, c.p.a. (c.d. rito “super accelerato”), non inizia a decorrere se il provvedimento con cui si conclude la fase di ammissione delle imprese partecipanti alla gara non sia stato pubblicato sul profilo del committente della stazione appaltante ai sensi dell'articolo 29 del d.lgs. n. 50 del 2016. In mancanza della prescritta pubblicazione, dunque, il termine di impugnazione del provvedimento di ammissione o esclusione di un operatore terzo, decorrerà dall'aggiudicazione e non dall'ammissione.

Il TAR afferma che l'onere di impugnazione tempestiva degli atti che determinano le ammissioni alla procedura di affidamento, ai sensi dell'articolo 120, comma 2-bis c.p.a, è condizionato dalla necessaria pubblicità degli atti di gara – tramite la pubblicazione nella sezione “Amministrazione trasparente”– che garantisca il pieno e tempestivo accesso alla documentazione, «non potendo altrimenti decorrere il termine per impugnare un atto (l'ammissione di un altro operatore) privo di diretta lesività e la cui piena conoscenza postula la verifica dei presupposti su cui si fonda».

Il Collegio precisa infatti che la suddetta disciplina pone una deroga alla regola ordinaria in materia di impugnazione dei provvedimenti amministrativi che giustifica l'immediato decorso del termine per ricorrere dalla “semplice conoscenza del provvedimento” e dunque dal momento in cui il destinatario è posto in grado di apprezzarne la lesività.

Nel caso sottoposto al TAR, poiché la stazione appaltante non aveva né eccepito né provato che fosse avvenuta la prescritta pubblicazione sul profilo del committente, il Collegio ritiene ricevibile ed ammissibile, sotto il profilo della tempestività, il ricorso con cui era stato impugnato l'atto di ammissione alla gara della ditta aggiudicataria, unitamente all'aggiudicazione della medesima.

La sentenza, richiamando un precedente dello stesso TAR (Molise, 30 novembre 2016, n. 499) precisa che “stante la stretta connessione tra i due atti e in applicazione del principio della cumulabilità delle domande” il dies a quo era stato correttamente calcolato dalla ricorrente dal momento dell'avvenuta conoscenza dell'aggiudicazione della gara.

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