L’anomalia di un’offerta non può essere desunta esclusivamente dal confronto dei prezzi praticati dai partecipanti (che pertanto non costituiscono parametro univoco)

05 Maggio 2016

Il procedimento amministrativo di individuazione delle offerte anomale nelle pubbliche gare costituisce un sub-procedimento formalmente distinto (ancorché collegato) rispetto al procedimento di scelta del contraente ed è collocato dopo la fase della verifica dei requisiti generali e speciali e dell'apertura delle buste. Il meccanismo previsto dall'art. 86 d.lgs. n. 163 del 2006 per l'eliminazione delle offerte ingiustificatamente anomale dal novero di quelle ammesse alla gara è, in particolare, «teso ad evitare che possa risultare aggiudicataria una ditta che, per l'esiguità del prezzo offerto, non sia poi in grado di assicurare una prestazione adeguata alle esigenze che l'Amministrazione vuole soddisfare con l'appalto indetto» (TAR Sicilia, Palermo, Sez. I, 7 settembre 2011, n. 1608). Le giustificazioni fornite sul primo elemento costitutivo dell'offerta (prezzo di vendita del bene) non possono sorreggere l'anomalia sul secondo elemento costitutivo (prezzo del servizio di manutenzione).

Il Consiglio di Stato si sofferma sui presupposti per l'effettuazione del giudizio di anomalia dell'offerta, da parte della stazione appaltante, e sull'oggetto del correlato giudizio. La sentenza sottolinea che l'art. 86 del Codice del 2006 prevede due distinte ipotesi nelle quali la stazione appaltante deve procedere alla verifica dell'offerta. Il comma 2 dispone che il giudizio di congruità dell'offerta deve essere svolto al verificarsi di una situazione matematica, ossia al fatto che «[…] sia i punti relativi al prezzo, sia la somma dei punti relativi agli altri elementi di valutazione, sono entrambi pari o superiori ai quattro quinti dei corrispondenti punti massimi previsti dal bando di gara». Nella seconda ipotesi, invece, il comma 3 si limita a facoltizzare la stazione appaltante a procedere alla verifica di anomalia sempre che l'offerta, pur in assenza delle condizioni indicate dal comma precedente, appaia – in base ad elementi specifici – anormalmente bassa (cfr. Cons. St., Sez. V, 27 novembre 2013, n. 901). Si tratta, in particolare, di una valutazione discrezionale dell'amministrazione, nel senso che, in presenza dei suddetti elementi specifici, la cui ricorrenza deve essere discrezionalmente valutata dalla stazione appaltante, la verifica di anomalia si rende necessaria, dal momento che in presenza dei suddetti elementi specifici (individuati dall'analisi dell'offerta presentata in gara) sorgono seri dubbi di anomalia, che devono essere fugati nel contraddittorio tra l'amministrazione e l'offerente in attuazione dei principi generali di efficacia, imparzialità, parità di trattamento e di buon andamento dell'azione amministrativa (cfr. Cons. St., Sez. III, 6 novembre 2013, n. 5309). Sempre riguardo all'oggetto della valutazione spettante alla stazione appaltante, il Collegio chiarisce che il prezzo non costituisce un parametro univoco, ma deve essere parametrato all'intera offerta. Il giudizio di anomalia, inoltre, non può essere fatto semplicemente raffrontando le offerte tra di loro, bensì deve ritenersi che, laddove venga esclusa, a seguito di un giudizio di anomalia, un'impresa che presenti costi maggiori di quelli dichiarati dall'impresa che la segue in graduatoria, si concretizza un elemento specifico che pone il dubbio circa l'anomalia dell'offerta anche di quest'ultima. Da ciò non può desumersi che l'offerta in questione sia anomala, ma certo che possa esserlo, salvo che l'offerente non produca adeguate giustificazioni. Per quanto concerne il sindacato del giudice amministrativo sulle valutazioni della stazione appaltanti, la sentenza rileva che esso si caratterizza come esterno e si attua nei limiti della verifica di eventuali vizi di eccesso di potere che possono aver inficiato il tratto procedimentale di verifica dell'anomalia delle offerte prima di procedere all'aggiudicazione (cfr. Cons. St., Ad. plen., 3 febbraio 2014, n. 8).

Nel caso di specie la Sezione afferma un principio fondamentale allorquando l'offerente sia tenuto a giustificare due elementi costitutivi dell'offerta economica: il prezzo di vendita del bene e il servizio di manutenzione full service. Per cui le giustificazioni fornite sul primo elemento costitutivo dell'offerta non possono sorreggere l'anomalia riscontrata dalla stazione appaltante sul secondo elemento costitutivo del prezzo del servizio full service.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.