Tassatività delle cause di esclusione ed errore professionale

Diego Campugiani
05 Agosto 2016

L'iscrizione nel casellario giudiziario disposta dall'ANAC è sottoposta al principio di tassatività e di tipicità, sia delle cause d'esclusione, sia delle conseguenze di natura interdittiva scaturenti dai provvedimenti d'esclusione, sicché l'irregolare produzione documentale non integra l'errore professionale di cui all'art. 38, comma 1, lett f) del d.lgs. 163 del 2006.

Il Consiglio di Stato ha riformato la sentenza con la quale i giudici di prima istanza avevano ritenuto legittima l'esclusione, comminata ai sensi dell'art. 38, comma 1, lett. f) d.lgs. n. 163 del 2006, di un'impresa risultata essere iscritta al casellario giudiziario tenuto dall'ANAC per il grave errore commesso nell'esercizio dell'attività professionale. L'errore era stato ravvisato nell'aver prodotto, a comprova del possesso di un requisito speciale, falsa documentazione nell'ambito di altra gara avente medesimo oggetto. Il gravame è stato accolto perché l'iscrizione nel casellario giudiziario disposta dall'ANAC è disciplinata dall'art. 8, comma 2, lett. r) del d.P.R. n. 207 del 2010 a mente del quale sono annotati «i provvedimenti di esclusione, ai sensi delle vigenti disposizioni in materia, adottati dai soggetti di cui all'art. 3, comma 1, lett. b)». La ratio della norma si fonderebbe, infatti, sul principio di tassatività (di cui al testo novellato dell'art. 46 comma 1 bis, d.lgs. n. 163 del 2006) e di tipicità, sia delle cause d'esclusione, sia delle conseguenze di natura interdittiva, lato sensu sanzionatorie, scaturenti dai provvedimenti d'esclusione. Nel caso in esame è stato ritenuto che l'irregolare produzione documentale non integra l'errore professionale di cui all'art. 38, comma 1, lett f) del d.lgs. cit., posto espressamente a fondamento del provvedimento d'esclusione. Proprio con riferimento alla medesima società, il Consiglio di Stato aveva statuito che, «stante il principio di tassatività che permea la disciplina delle cause d'esclusione, l'ambito applicativo dell'art. 38, comma 1, lett f) d.lgs. cit. non può essere dilatato sino ad accogliere un'interpretazione che comprenda anche fattispecie nelle quali il comportamento scorretto del ricorrente si sia manifestato, come nella fattispecie in esame, in fase di trattative» (Cons. Stato, sez. V, del 21 luglio 2015 n. 3595).

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