Verifica di anomalia dell’offerta e insufficienza delle “mere opinioni” della stazione appaltante

Guglielmo Aldo Giuffrè
06 Febbraio 2017

La stazione appaltante non può escludere l'“attendibilità” delle giustificazioni rese dalla concorrente in sede di verifica dell'anomalia della propria offerta sulla base di una mera opinione del seggio di gara, convinto, sulla base di un apprezzamento giuridicamente opinabile, della non spettanza dei benefici vantati dalla stessa concorrente e che ne giustificherebbero l'offerta, in assenza degli esiti negativi di un accertamento svolto in concreto dagli organi a ciò istituzionalmente deputati.

La Sezione è tornata a pronunciarsi sulla rilevanza delle agevolazioni contributive in sede di verifica di anomalia dell'offerta, partendo da quanto già affermato nella sentenza 25 ottobre 2013 n. 9157, ove – confermato il principio di diritto secondo cui le giustificazioni «non possono consistere in asserzioni apodittiche o in generici riferimenti a benefici fiscali o contributivi o a favorevoli condizioni di mercato, ma devono essere specifiche e corredate da idonea documentazione giustificativa» – si era affermato che «l'attendibilità delle giustificazioni fornite […] non può non tenere conto del quadro normativo e fattuale esistente al momento in cui la stazione appaltante ha effettuato la valutazione di anomalia».

Il Collegio del 2013 aveva ritenuto, in particolare, legittimo il giudizio di anomalia reso dalla Commissione con riferimento alla natura di “evento futuro ed incerto e, comunque, indipendente dalla volontà della ricorrente” della proroga normativa necessaria per la perdurante fruizione delle agevolazioni contributive addotte a giustificazione dell'offerta, non ritenendo possibile esprimere un “giudizio prognostico di permanenza” dei benefici in questione sulla base di elementi quali l'esistenza per un determinato anno e la “reiterazione” degli stessi “nel corso degli anni”. In altri termini, aveva confermato il giudizio di anomalia relativo alle giustificazioni rese, in quanto inidonee a dimostrare la sussistenza delle menzionate “condizioni eccezionalmente favorevoli” evidenziando che, nell'arco di durata del servizio, la fruizione dei benefici per il periodo successivo alla (sicura) cessazione degli stessi dipendeva da un “evento futuro e incerto” (proroga ex lege).

Nella pronuncia in commento il Collegio, applicando alla fattispecie in esame il medesimo canone di giudizio – vale a dire la necessità di tener conto del “quadro normativo e fattuale esistente al momento in cui la stazione appaltante aveva effettuato la valutazione di anomalia” – ha viceversa rilevato che la stazione appaltante abbia escluso l'“attendibilità” delle giustificazioni rese dalla concorrente non sulla base di un dato certo (quale, nel citato precedente, il sicuro esaurimento delle agevolazioni salvo eventuale proroga), bensì sulla base di una mera opinione del seggio di gara afferente la non spettanza dei vantati benefici, dunque in assenza degli esiti negativi di un accertamento svolto in concreto dagli organi a ciò istituzionalmente deputati. Di conseguenza, evidenziando come il giudizio espresso dall'Amministrazione sia dipeso da un apprezzamento giuridicamente opinabile, fonte di un soggettivo convincimento, sull'evoluzione dei rapporti contributivi afferenti alla concorrente e dunque sulla spettanza dei benefici in questione, ha accolto il ricorso del concorrente escluso, enunciando che «non è ipotizzabile che in sede di verifica di anomalia il quadro fattuale esistente possa essere smentito sulla scorta di un elemento, quale il giudizio della stazione appaltante sulla spettanza delle agevolazioni contributive, privo di quel grado di affidabilità necessario per giustificare la grave conseguenza dell'espulsione di un'impresa da una gara pubblica».

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