Le SS.UU. si pronunciano sul potere del giudice amministrativo di dichiarare l’inefficacia del contratto nelle controversie ex art. 125, comma 4, c.p.a.
06 Luglio 2017
Una società, in esito allo scorrimento della graduatoria, ai sensi dell'art. 140 d.lgs. 12 aprile 2006, n. 163, disposto in seguito all'assoggettamento dell'originaria aggiudicataria alla procedura di liquidazione coatta amministrativa, si aggiudicava un appalto per la realizzazione di un nuovo complesso ospedaliero. La società terza in graduatoria impugnava la suddetta aggiudicazione sostenendo l'illegittimità dell'ammissione alla gara della nuova aggiudicataria per difetto, tra gli altri, dei requisiti relativi alla regolarità contributiva. Il Consiglio di Stato, riformando la sentenza di rigetto del TAR, annullava l'affidamento dell'appalto alla seconda classificata, dichiarando inefficace il relativo contratto e ordinando il subentro della terza classificata nel relativo rapporto. La sentenza del Consiglio di Stato veniva impugnata in Cassazione per difetto assoluto di giurisdizione in quanto, a norma dell'art. 125, comma 4, c.p.a. («3. Ferma restando l'applicazione degli articoli 121 e 123, al di fuori dei casi in essi contemplati la sospensione o l'annullamento dell'affidamento non comporta la caducazione del contratto già stipulato, e il risarcimento del danno eventualmente dovuto avviene solo per equivalente. Si applica l'articolo 34, comma 3; 4. Le disposizioni del comma 3 si applicano anche alle controversie relative: a) alle procedure di cui all'articolo 140 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163;[…] » ) , nessun giudice potrebbe disporre la caducazione del contratto nel caso di procedure di cui all'articolo 140 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163.Le Sezioni Unite hanno escluso che possa in tal caso configurarsi un caso di eccesso di potere giurisdizionale e che si è invece in presenza di una scelta ermeneutica operata dal giudice amministrativo. Hanno precisato al riguardo che, trattandosi di una scelta interpretativa della normativa vigente, ciò non ha comportato una invasione della sfera riservata al legislatore, né tantomeno di quella riservata all'amministrazione e che la Corte non può entrare nel merito delle scelte interpretative né sindacare la correttezza dell'interpretazione delle norme processuali fatta dal giudice amministrativo. |