Centrali di committenza, soggetti aggregatori ed individuazione dei legittimati passivi

07 Luglio 2016

L'impugnazione degli atti di gara deve essere rivolta nei confronti del soggetto aggregatore, in quanto destinatario degli effetti degli atti di gara. Soggetti avvalsi, quale ESTAR, operano in nome e per conto del soggetto aggregatore (nel caso di specie la Regione Toscana), per cui gli effetti si producono direttamente ed esclusivamente in capo a quest'ultimo.

Una società impugna il bando e l'intera lex specialis di gara nei confronti dell'ESTAR – Ente di Supporto Tecnico Amministrativo Regionale per la Toscana.

Si costituisce in giudizio la ESTAR eccependo il difetto di legittimazione passiva e l'omessa notifica in capo alla Regione Toscana, quale soggetto aggregatore avente legittimazione passiva nella controversia.

Nel ricostruire la sequenza di fatti, la resistente ESTAR rappresenta di essere stata indicata – per un mero errore nella redazione del bando di gara – quale amministrazione aggiudicatrice della procedura di evidenza pubblica, in luogo del Soggetto Aggregatore Regione Toscana. Successivamente, tale errore è stato poi emendato mediante pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale di una rettifica, ove veniva correttamente indicato che l'amministrazione aggiudicatrice fosse la Regione Toscana – Soggetto Aggregatore. La ESTAR rileva altresì che tale rettifica non è stata impugnata da parte ricorrente.

Nell'esaminare l'eccezione di inammissibilità del ricorso, il TAR Firenze ricostruisce in primo luogo i rapporti tra ESTAR e la Regione Toscana quale soggetto aggregatore. Il Giudice rileva che «Tale norma base ha avuto, per quel che qui rileva, il seguente sviluppo: a) con delibera di Giunta Regionale Toscana n. 1232 del 2014 è stato designato quale <soggetto aggregatore> in ambito regionale la stessa Regione Toscana, prevedendo che essa operi attraverso le strutture competenti della Giunta Regionale o avvalendosi di ESTAR; b) con delibera di Giunta Regionale n. 63 del 2015 è stato approvato il disciplinare per l'organizzazione e il funzionamento del soggetto aggregatore e lo schema di convenzione per l'avvalimento di ESTAR; c) è stato peraltro emanato in data 24.12.2015 (e pubblicato sulla G.U. del 9 febbraio 2016) il DPCM previsto dall'art. 9, comma 3, del decreto-legge n. 66 del 2014, il quale individua tra i servizi da aggiudicare a mezzo del soggetto aggregatore, tra gli altri, il “Servizio di pulizia per gli enti del Servizio Sanitario Nazionale” al superamento della soglia dei 40.000,00 euro. Quando agli specifici rapporti tra Regione Toscana – Soggetto Aggregatore e ESTAR viene in considerazione la convenzione di cui alla delibera n. 63 del 2015: all'art. 2 si prevede che ESTAR operi quale soggetto avvalso di Regione Toscana, che esso adotti tutti gli atti inerenti la procedura di gara e che svolga le suddette funzioni (comma 6 del citato art. 2) “in nome e per conto del Soggetto aggregatore, dandone specifica indicazione in ogni atto adottato rivolto all'esterno, ferma restando la responsabilità esclusiva di ESTAR per tutte le attività espletate».

Dalla ricostruzione operata, il TAR rileva dunque che ESTAR è un soggetto di cui si avvale il Soggetto Aggregatore Regione Toscana, per la redazione degli atti di gara e lo svolgimento della procedura. Dall'esame della convenzione recante la disciplina dei rapporti tra ESTAR e la Regione emerge che la prima opera solo in nome e per conto del soggetto aggregatore. Ciò posto, l'attività di ESTAR non può che imputarsi giuridicamente solo in capo al Soggetto Aggregatore. Conseguentemente anche il bando non può che considerarsi atto giuridicamente imputato alla Regione Toscana che, per l'effetto, risulta contraddittore necessario del giudizio e pretermesso nel caso di specie.

Irrilevante, ad avviso del medesimo Giudice, è la difesa di parte ricorrente che richiama l'art. 41 c.p.a. in forza del quale l'atto deve essere impugnato nei confronti dell'Amministrazione che ha emanato l'atto. Afferma il TAR che anche l'emanazione dell'atto deve intendersi in senso giuridico e dunque come relativo all'amministrazione cui va imputato, a prescindere da chi abbia concretamente confezionato i provvedimenti.

Tali elementi rendono necessaria la notifica del ricorso nei confronti del soggetto aggregatore. In ogni caso, il Collegio osserva che l'errore nel bando originario, poi emendato con successiva annotazione in Gazzetta Ufficiale, risulta circostanza idonea a trarre in inganno gli interessati, dal momento che in prima battuta è stata indicata quale amministrazione aggiudicatrice direttamente la ESTAR. Tale circostanza integra dunque gli estremi dell'errore scusabile che consente l'applicazione dell'art. 37 c.p.a. e legittima la relativa integrazione del contraddittorio.

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