Oneri del concorrente che intende avvalersi della clausola di equivalenza ex art. 68 d.lgs. n. 163 del 2006

07 Settembre 2017

Quando un concorrente intende avvalersi della clausola di equivalenza ex art. 68 d.lgs. n. 163 del 2006 ha l'onere di dimostrare con qualsiasi mezzo ritenuto appropriato l'equivalenza del proprio prodotto alle caratteristiche tecniche descritte dalla legge di gara. Il mancato rispetto dell'onere di provare l'equivalenza tra tutti i prodotti richiesti e le soluzioni presentate comporta l'esclusione dell'offerta, in applicazione del principio di autoresponsabilità.

Il Collegio ha chiarito che per potersi avvalere della clausola di equivalenza di cui all'art. 68 d.lgs. n. 163 del 2006 il concorrente deve fornire nell'offerta tecnica prova – in modo considerato soddisfacente dalle stazioni appaltanti – che le soluzioni dallo stesso proposte ottemperino in maniera equivalente ai requisiti definiti dalle specifiche tecniche; tale prova può essere fornita con qualsiasi mezzo ritenuto appropriato ed, in particolare, anche mediante una relazione sulle prove eseguite da un organismo riconosciuto. L'offerente deve, inoltre, rappresentare alla stazione appaltante, con separata dichiarazione, l'equivalenza del proprio prodotto alle caratteristiche tecniche descritte nella legge di gara. Evidenzia la decisione, infatti, che l'art. 68 citato, affinché venga riconosciuta l'equivalenza, richiede che l'impresa concorrente fornisca sia la dichiarazione di equivalenza dei prodotti offerti, sia la documentazione attestante tale circostanza. Secondo il Consiglio di Stato il mancato rispetto dell'onere di provare l'equivalenza tra tutti i prodotti richiesti e le soluzioni presentate comporta l'esclusione dell'offerta, in applicazione del principio di autoresponsabilità.

Nella fattispecie, la pronuncia ha ritenuto giustificato il particolare rigore seguito dalla Commissione nella valutazione dell'equivalenza tra i prodotti offerti e quelli individuati nel capitolato speciale di appalto, trattandosi di una procedura avente ad oggetto la fornitura di prodotti medicali (sensori monouso e riutilizzabili) la cui efficacia e attendibilità sono apparse indispensabili per garantire il diritto alla salute dei pazienti, essendo strumenti finalizzati a rilevarne parametri vitali significativi tramite diretto utilizzo; tali prodotti, inoltre, per poter essere validamente utilizzati dovevano necessariamente garantire la propria compatibilità con apparecchiature già in dotazione della stazione appaltante.

È stata, pertanto, ritenuta legittima l'esclusione dell'offerta presentata dall'impresa appellante che, pur avendo prodotto la dichiarazione di equivalenza, non aveva fornito adeguata prova di quanto dichiarato, limitandosi a produrre una tabella non esaustiva di equivalenza resa dal produttore e facendo, peraltro, riferimento ad una dichiarazione di equivalenza resa da una associazione privata, senza allegare la necessaria documentazione di supporto.

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