Offerte anomale e il divieto di modifica postuma della composizione dell’offerta economica

Angelica Cardi
04 Novembre 2016

Il Collegio ribadisce il principio del divieto, in fase di controllo dell'anomalia, di un'indiscriminata ed arbitraria modifica postuma della composizione dell'offerta economica; ciò si porrebbe, infatti, in contrasto con le esigenze conoscitive della stazione appaltante, comportando un'evidente lesione delle esigenze di stabilità ed affidabilità dell'offerta e la violazione della par condicio tra i concorrenti.

La fattispecie - Le istituzioni Assistenziali Riunite di Pavia indicevano una procedura di gara per l'affidamento dell'appalto per il servizio di pulizia.

Successivamente all'aggiudicazione provvisoria, nell'ambito della verifica di anomalia, la Commissione rilevava delle criticità nell'offerta presentata dalla società aggiudicataria.

A fronte di tali rilievi, la società dopo aver modificato l'offerta presentata, dando luogo a una sostanziale modifica postuma degli elementi essenziali dell'offerta, conseguiva l'aggiudicazione definitiva dell'appalto di servizi.

La ricorrente, seconda classificata, proponeva ricorso al Tar denunciando la violazione della par condicio e dei principi generali in materia di procedimenti a evidenza pubblica, nonché dell'art. 87 d.lgs. 163 del 2006.

Questione giuridica - Il collegio afferma, nella pronuncia in commento, il divieto di procedere, nella fase di controllo dell'anomalia, ad una modifica postuma della composizione dell'offerta economica idonea ad alterare gli elementi essenziali della stessa.

Come noto, il sub procedimento di anomalia ha la funzione di sollecitare la società partecipante alla gara a fornire le giustificazioni idonee a sostenere la serietà e la congruità dell'offerta economica presentata; ne consegue, dunque, che in sede di verifica dell'anomalia, è consentito esclusivamente un limitato rimaneggiamento degli elementi di costo dell'offerta economica, ma giammai la libera rimodulazione degli elementi costitutivi dell'offerta medesima.

Il Collegio aderisce all'orientamento giurisprudenziale dominante secondo il quale, nella fase del controllo dell'anomalia, non è possibile un'indiscriminata ed arbitraria modifica postuma della composizione dell'offerta economica, con il solo limite del rispetto del saldo complessivo.

Ciò si porrebbe, infatti, in contrasto, non solo con le esigenze conoscitive della stazione appaltante e di stabilità e affidabilità dell'offerta, che resterebbero in tal modo irrimediabilmente vanificate, ma anche con il principio della par condicio tra i concorrenti (Cons. St., Sez. III, 15 aprile 2016, n. 1533; Cons. St., Sez. III, 10 marzo 2016, n. 962; TAR Napoli, Sez. I, 04 maggio 2016, n. 2213).

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