L’iscrizione nelle c.d. “white list” non è necessaria per ottenere l’affidamento di contratti che abbiano ad oggetto settori non compresi nell’elenco di cui al comma 53 dell’art. 1 l. n. 190/2012

01 Aprile 2016

Il Collegio afferma che l'iscrizione nelle c.d. “white list” – elenco dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti a tentativo di infiltrazione mafiosa operanti nei medesimi settori, istituite presso ciascuna Prefettura – è obbligatoria esclusivamente per l'accesso alle procedure di evidenza pubblica che riguardano esclusivamente le attività imprenditoriali di cui all'art. 1, comma 53, l. n. 190 del 2012, ritenute maggiormente esposte a rischio di infiltrazione mafiosa-

Il Collegio afferma che l'iscrizione nelle c.d. “white list” – elenco dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti a tentativo di infiltrazione mafiosa operanti nei medesimi settori, istituite presso ciascuna Prefettura – è obbligatoria esclusivamente per l'accesso alle procedure di evidenza pubblica che riguardano esclusivamente le attività imprenditoriali di cui all'art. 1, comma 53, l. n. 190 del 2012, ritenute maggiormente esposte a rischio di infiltrazione mafiosa, di seguito indicate: a) trasporto di materiali a discarica per conto di terzi; b) trasporto, anche transfrontaliero, e smaltimento di rifiuti per conto di terzi; c) estrazione, fornitura e trasporto di terra e materiali inerti; d) confezionamento, fornitura e trasporto di calcestruzzo e di bitume; e) noli a freddo di macchinari; f) fornitura di ferro lavorato; g) noli a caldo; h) autotrasporti per conto di terzi; i) guardiania dei cantieri.

Tale obbligo di iscrizione non sussiste, invece, per gli operatori che intendano partecipare alle procedure di evidenza pubblica indette per la stipulazione di contratti in settori diversi da quelli di cui all'art. 1, comma 53, l. n. 190 del 2012 o che, non abbiano ad oggetto esclusivo tali attività.

La norma, infatti, conferisce all'iscrizione negli elenchi della prefettura della provincia in cui l'impresa ha sede l'effetto di soddisfare i requisiti per l'informazione antimafia per l'esercizio della relativa attività, a patto che questa sia ricompresa tra quelle indicate nell'elenco di cui al comma 53.

Attualmente vige un regime transitorio per cui le amministrazioni fino all'attivazione della Banca Dati Nazionale Unica della documentazione antimafia possono procedere all'affidamento di contratti o all'autorizzazione di subcontratti previo accertamento della avvenuta presentazione della domanda di iscrizione nel citato elenco (termine previsto dall'art. 11-bis d.l. n. 78 del 2015, convertito dalla l. n. 125 del 2015, cha ha prorogato quello di 12 mesi dalla data di entrata in vigore del decreto, originariamente previsto dall'art. 29, comma 2, d.l. n. 90 del 2014) .

Dalla speciale previsione secondo cui la sola presentazione della domanda di iscrizione può essere ritenuta idonea condizione per l'affidamento del contratto (salvo il recesso della stazione appaltante in caso di sopravvenuto diniego, ex art. 94, commi 2 e 3, d.lgs. n. 159 del 2011) i giudici amministrativi ricavano, in via interpretativa, la sussistenza di una regola generale che attribuisce all'iscrizione delle imprese nei medesimi elenchi la natura di condizione necessaria per ottenere l'affidamento di contratti che abbiano ad oggetto esclusivo i settori di cui al comma 53 dell'art. 1 l. n. 190 del 2012.

Si tratta, quindi, di un elenco tassativo, con la conseguenza che, al di fuori delle ipotesi espressamente contemplate, la verifica dell'insussistenza di tentativi di infiltrazione mafiosa va attuata, sussistendone i presupposti di legge, mediante gli strumenti delle informative e della comunicazioni antimafia ex d.lgs n. 159 del 2011 (Codice Antimafia).

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