Devono essere dichiarati tutti gli episodi di “errore grave” nell’esercizio dell’attività professionale

08 Maggio 2017

Nel ribadire che è legittima l'esclusione dalla procedura del concorrente che abbia omesso di dichiarare – in violazione dell'art. 38, comma 1, lett. f), d.lgs. n. 163 del 2006 – di aver commesso un “errore grave nell'esercizio della loro attività professionale”, viene precisato che a nulla rileva che l'omessa dichiarazione non si riferisca ad un caso di risoluzione contrattuale, giacché l'errore grave nell'esercizio dell'attività professionale ben può emergere anche in forme diverse, come esempio all'applicazione di una “penale”, circostanza sufficiente a compromettere il rapporto fiduciario tra l'ente appaltante e l'impresa che si propone quale aggiudicataria del nuovo appalto.

La sentenza ha ribadito che, ai sensi dell'art. 38, comma 1, lett. f), d.lgs. n. 163 del 2006, le imprese partecipanti a una gara d'appalto hanno l'obbligo di dichiarare tutte le vicende pregresse, concernenti fatti risolutivi, errori o altre negligenze, comunque rilevanti, occorse in precedenti rapporti contrattuali con pubbliche amministrazioni, al fine di consentire alla stazione appaltante una valutazione informata sulla loro affidabilità professionale.

In tale contesto, la mancanza di tipizzazione delle fattispecie rilevanti non attribuisce ai concorrenti alcun filtro valutativo circa gli episodi di “errore grave” da far emergere in gara, sussistendo al contrario l'obbligo di onnicomprensività della dichiarazione in vista dell'apprezzamento dei precedenti professionali negativi, di spettanza esclusiva della stazione appaltante.

L'inosservanza del suddetto onere dichiarativo comporta l'esclusione dell'impresa dalla gara e non può essere in alcun modo sanato mediante ricorso al soccorso istruttorio, in quanto non oggetto di contestazione non è la mancanza o l'incompletezza della dichiarazione, bensì l'avere reso dichiarazione “non veritiera”, ex art. 75 d.P.R. n. 445 del 2000 (In tal senso, Cons. St., Sez. V, 9 marzo 2015, n. 1184; Id., 11 aprile 2016, n. 1412; Id. , 19 maggio 2016, n. 2106; Id., 16 febbraio 2017, n. 712).

Applicando i richiamati principi alla fattispecie in esame, il Tar ha ritenuto che l'aggiudicataria avrebbe dovuto essere esclusa dalla gara, in quanto la stessa, pur avendo attestato il possesso dei requisiti di cui all'art. 38 d.lgs. n. 163 del 2006, aveva omesso di dichiarare fatti relativi ai gravi errori professionali in cui era precedentemente incorsa (applicazione di penali per il mancato raggiungimento del livello minimo di raccolta differenziata), fatti ritenuti tanto più rilevanti perché riferiti ai medesimi obiettivi oggetto di specifici obblighi assunti in sede di partecipazione alla gara.

Né rileva, ad avviso del Collegio, che l'omessa dichiarazione non si riferisse ad un caso di risoluzione contrattuale: anche l'applicazione di una penale può infatti far emergere un “errore grave nell'esercizio dell'attività professionale”, suscettibile di compromettere seriamente il rapporto fiduciario tra l'ente appaltante e l'impresa che si propone quale aggiudicataria dell'appalto.

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