Avvalimento frazionato del requisito economico-finanziario negli appalti di servizi

08 Luglio 2016

In applicazione dell'art. 49 del d.lgs. 163 del 2006 e dei principi espressi dalla giurisprudenza europea e nazionale è legittima l'ammissione alla gara di un concorrente che, non disponendo del requisito del patrimonio netto sociale minimo richiesto dal bando, si avvalga di parte del patrimonio sociale di un altro operatore economico. Inoltre, il suddetto istituto, in quanto espressione del principio di più ampia partecipazione alle gare, costituisce un criterio per l'interpretazione delle disposizioni della lex specialis

Nell'ambito di una procedura per il sub – affidamento del servizio di trasporto pubblico locale un concorrente veniva escluso in quanto il patrimonio netto dell'impresa ausiliaria risultava inferiore al valore richiesto dalla lex specialis di gara e la stazione appaltante aveva chiarito che, in caso di avvalimento, detto requisito doveva essere posseduto totalmente “in capo all'avvalente”.

La suddetta società lamentava dinanzi al TAR Veneto la violazione dell'art. 49, commi 4, 6, 8 d.lgs. n. 163 del 2006 in forza dei principi espressi dalla giurisprudenza nazionale e europea in materia di avvalimento frazionato.

In via preliminare, il Collegio esclude qualsiasi rilevanza al suddetto chiarimento della lex specialis (che peraltro nulla prevedeva in merito all'impossibilità di frazionamento dei requisiti) considerandolo alla stregua di “un'inammissibile interpretazione autentica” e dunque “inidoneo a modificare o integrare la legge di gara” (sull'irrilevanza, rispetto alla valutazione dei requisiti di gara, del successivo “chiarimento” alla legge di gara fornito dalla stazione appaltante si v. anche Cons. St., Sez. V, 31 marzo 2016, n. 1271).

Nel merito, il TAR accoglie il ricorso ravvisando un “evidente contrasto” tra l'esclusione e l'avvalimento frazionato che è espressione del principio euro-unitario di più ampia partecipazione alle gare di evidenza pubblica. Tale istituto consente, infatti, al concorrente sprovvisto dei requisiti di gara, di cumularli con quelli posseduti da un'altra impresa la quale, a sua volta, non soddisfa autonomamente quanto richiesto dal bando ai fini della partecipazione.

Peraltro il Collegio, richiamando la sentenza del Consiglio di Stato Sez. V, 22 gennaio 2015 n. 277, afferma che il suddetto istituto, in quanto espressione di un principio di carattere generale trova applicazione, come nel caso di specie, anche per gli appalti di servizi e costituisce un criterio di interpretazione per le disposizioni della lex specialis.

In generale, sull'ammissibilità dell'avvalimento frazionato si v. CGUE, 10 ottobre 2013, C-94/12; TAR Lombardia, Sez. IV, 6 maggio 2016, 896; Cons. St., V, 17 marzo 2014, n. 1327, Id., 5 dicembre 2014, n. 5987; e in particolare, negli appalti di lavori, rispetto ai singoli requisiti che consentono il rilascio dell'attestazione da parte delle SOA, TAR Puglia, Lecce, Sez. II, 5 febbraio 2016, n. 262.

Sulla legittimità della legge di gara che escluda la possibilità dell'avvalimento frazionato e sulla sindacabilità di tale scelta in sede giurisdizionale nei limiti della logicità, ragionevolezza e proporzionalità si v. TAR Calabria, Catanzaro, 7 aprile 2016, n. 984,Avvalimento frazionato” in Casi e sentenze e TAR Sicilia, Catania, Sez. I, 7 aprile 2016, n. 984.

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