Soggetti aggregatori: anche per gli enti locali (e i loro consorzi e associazioni) scattano gli obblighi previsti dal dPCM 24 dicembre 2015

08 Agosto 2016

Il 9 agosto 2016 scatta anche per gli enti locali di cui all'art. 2 d.lgs. 18 agosto 2000, n. 267 e per i loro consorzi e associazioni, l'obbligo di acquisto tramite soggetti aggregatori dei beni e servizi individuati dal dPCM 24 dicembre 2015, per gli importi superiori alle soglie previste dallo stesso decreto.

Il 9 febbraio 2016 è stato pubblicato (in G.U - Serie Generale - n. 32) il dPCM attuativo dell'art. 9 comma 3 del d.l. n. 66 del 2014 convertito con l. 89 del 2014 e successivamente modificato dalla l. n. 208 del 2015, che ha individuato 19 categorie merceologiche di beni e servizi che, per importi superiori alle soglie stabilite dallo stesso decreto, devono essere obbligatoriamente acquistati mediante Consip S.p.A. o altri soggetti aggregatori.

La suddetta procedura di acquisto, già obbligatoria, dalla data di pubblicazione in G.U. del dPCM, per le amministrazioni statali (centrali e periferiche, ad esclusione degli istituti e scuole di ogni ordine e grado, delle istituzioni educative e delle istituzioni universitarie), le regioni, gli enti regionali, i loro consorzi e associazioni, e gli enti del SSN, dal 9 agosto 2016 dovrà essere rispettata anche dagli enti locali di cui all'art. 2 del d.lgs. 18 agosto 2000, n. 267 e dai loro consorzi e associazioni.

In particolare, il suddetto decreto prevede l'obbligo di approvvigionamento, tramite soggetti aggregatori, per alcune categorie di beni e servizi in ambito sanitario (farmaci, vaccini, stent, ausili per incontinenza, protesi d'anca, medicazioni generali, defibrillatori, pace-maker, aghi e siringhe, servizi integrati per la gestione delle apparecchiature elettromedicali, servizi di pulizia, ristorazione e lavanderia per gli enti del SSN, servizio di smaltimento rifiuti sanitari).

Di maggior rilevanza per gli enti locali sarà invece l'obbligo di acquisizione tramite soggetti aggregatori dei servizi di:

(i) vigilanza armata;

(ii) guardiania;

di importo superiore alla soglia dei 40,000 euro;

(iii) facility management di immobili;

(iv) pulizia di immobili;

(v) manutenzione di immobili e di impianti,

qualora superiori alla soglia di rilevanza europea standard per i beni e servizi aggiudicati da amministrazioni diverse dalle autorità governative centrali (209,000 euro).

L'art. 1 comma 2 dello stesso dPCM precisa che le soglie indicate sono da intendersi come importo massimo annuo, a base d'asta, negoziabile autonomamente per ciascuna categoria merceologica da parte delle singole amministrazioni.

Per evitare l'elusione della suddetta disciplina e nel rispetto di quanto previsto dall'art. 21 del nuovo Codice dei contratti (che prevede l'adozione da parte delle amministrazioni aggiudicatrici di un “programma biennale”, con aggiornamento annuale, per le forniture e i servizi con “acquisti di importo unitario stimato pari o superiore a 40.000 euro”) l'ente dovrà quindi effettuare una previsione globale dei propri fabbisogni senza frazionare (ad. es. tra diversi settori o unità organizzative) l'approvvigionamento dei servizi.

Al riguardo, l'ANAC ha pubblicato sul proprio sito istituzionale delle F.A.Q. “relative al nuovo sistema di rilascio CIG per soggetti aggregatori” dove ha precisato che le soglie di cui al dPCMvanno “confrontate con il valore complessivo a base d'asta della gara” cosicché, l'acquisto tramite un soggetto aggregatore è obbligatorio anche nelle gare pluriennali il cui importo annuale sia inferiore alle soglie, ma quello pluriennale sia complessivamente superiore.

La stessa Autorità ha chiarito, inoltre, che qualora l'appalto contempli sia categorie incluse nel dPCM sia settori ad esso estranei, l'ente, per rispettare la procedura prevista dal decreto per il relativo settore merceologico, dovrà avviare due procedure distinte “a meno che il contratto attivato dal soggetto aggregatore non contempli le altre categorie di cui la SA necessita”.

Al preciso fine di assicurare il rispetto della richiamata disciplina, l'art. 9 comma 3 della l. 89 del 2014 e l'art. 1 comma 3 del dPCM impongono all'ANAC di non rilasciare il codice identificativo gara (CIG) alle stazioni appaltanti che non ricorrano a Consip S.p.A. o ad altro soggetto aggregatore per l'acquisizione dei suddetti beni e servizi. Il Presidente dell'ANAC con un comunicato del 13 luglio 2016 (vd. Autorità e Prassi “Acquisizione del CIG: tempistiche e modalità operative”), ha pertanto indicato quali sono le nuove modalità operative per l'acquisizione del CIG descrivendo i diversi passaggi che i RUP delle singole amministrazioni dovranno seguire al momento della richiesta, distinguendo le differenti modalità operative sulla base della categoria merceologica oggetto della procedura di acquisto, del relativo importo, dello strumento contrattuale prescelto e delle caratteristiche proprie dell'amministrazione procedente.

Per l'elenco aggiornato dei soggetti aggregatori cfr. la delibera ANAC 20 luglio 2016, n. 784 nella Rubrica Autorità e prassi “ANAC: aggiornato l'elenco dei soggetti aggregatori.

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