Sull'inesistenza di un potere generalizzato di controllo sul possesso dei requisiti di partecipazione

Marco Calaresu
10 Giugno 2016

La commissione giudicatrice non è tenuta a verificare la sussistenza continuativa dei requisiti di moralità dichiarati da un concorrente che non si è classificato al primo o al secondo posto della graduatoria e che non è stato sorteggiato per la verifica sul controllo dei requisiti. Un tale onere sarebbe in contrasto con il principio di economicità dell'azione amministrativa e con il divieto di aggravamento del procedimento.

La sentenza dichiara inammissibile oltre che infondato il ricorso con il quale un'impresa ha impugnato, sotto diversi profili, gli atti relativi a una procedura di gara, con applicazione del metodo del confronto a coppie, avente ad oggetto la progettazione definitiva ed esecutiva e la realizzazione di un complesso ospedaliero. Nello specifico, si segnala la contestazione relativa all'omessa esclusione di un concorrente, ammesso al metodo del confronto a coppie, in quanto privo del possesso continuativo dei requisiti di moralità. La norma di riferimento all'epoca dei fatti di causa era l'art. 48 d.lgs. n. 163 del 2006 che limitava il controllo sul possesso dei requisiti ai concorrenti aggiudicatari e a quelli che si classificavano al secondo posto, nonché ai concorrenti scelti con sorteggio pubblico prima dell'apertura delle buste delle offerte presentate.

Il Collegio rileva che il concorrente in riferimento al quale la ricorrente aveva contestato l'assenza del possesso continuativo dei requisiti di moralità, non era inquadrabile in alcuna delle figure per le quali il legislatore aveva previsto il controllo sul possesso dei requisiti. Pertanto, la commissione giudicatrice non era tenuta a verificare la sussistenza continuativa dei requisiti di moralità dichiarati dal concorrente (nel caso di specie un raggruppamento di imprese) che non si era classificato al primo o al secondo posto della graduatoria finale, né era stato sorteggiato per la verifica sul controllo dei requisiti. D'altra parte, sottolinea la pronuncia, un siffatto onere di verifica continuativa si porrebbe in frontale contrasto con il principio di economicità dell'azione amministrativa e con il divieto di aggravamento del procedimento.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.