Conseguenze dell’illegittima ammissione di un concorrente in caso di applicazione del confronto a coppie

Marco Calaresu
10 Giugno 2016

In una gara in cui si applica il metodo del confronto a coppie, l'accertamento dell'illegittimità del provvedimento di ammissione di un concorrente alla fase di comparazione con le altre offerte fa sorgere un obbligo conformativo della stazione appaltante di rivalutare le offerte escludendo dal confronto i punteggi assegnati ai concorrenti che dovevano essere esclusi dalla procedura di gara. In tal caso, sul versante sostanziale, la commissione giudicatrice sarebbe tenuta a riesaminare tutti gli aspetti di legalità e regolarità afferenti alla procedura pubblica; mentre sul versante processuale, l'amministrazione resistente potrebbe eccepire che l'accoglimento della domanda della ricorrente non sortirebbe alcun effetto favorevole per la parte interessata all'aggiudicazione della procedura

La sentenza dichiara inammissibile oltre che infondato il ricorso con il quale un'impresa ha impugnato, sotto diversi profili, gli atti relativi a una procedura di gara, con applicazione del metodo del confronto a coppie, avente ad oggetto la progettazione definitiva ed esecutiva e la realizzazione di un complesso ospedaliero. La ricorrente ha richiesto, in via principale, l'esclusione dalla procedura dell'aggiudicatario e, soltanto in via subordinata, l'esclusione di un terzo concorrente e la riformulazione della graduatoria con conseguente aggiudicazione in suo favore.

Il metodo del confronto a coppie prevede che ciascun elemento qualitativo dell'offerta dei concorrenti sia valutato mediante la determinazione di coefficienti all'interno di una tabella triangolare nella quale l'offerta di ciascun concorrente è confrontata con quella degli altri.

Il Collegio ha ritenuto inammissibili, per carenza di interesse, le censure afferenti la mancata esclusione del concorrente che non si era classificato in una posizione utile. Seguendo, infatti, la prospettazione della ricorrente, la commissione giudicatrice, nel riparametrare la graduatoria all'esito dell'esclusione del concorrente, avrebbe dovuto modificare tutti i confronti a coppia effettuati, compresi quelli coinvolgenti un altro concorrente che si trovava in una posizione analoga a quella del concorrente escluso. Tuttavia, all'esito di tale riparametrazione, la graduatoria sarebbe risultata inalterata con la conseguenza che la ricorrente era priva dell'interesse a ricorrere.

Nella fattispecie, sul piano sostanziale, la commissione giudicatrice sarebbe tenuta a riesaminare tutti gli aspetti di legalità e regolarità afferenti alla procedura pubblica - anche relativamente all'ulteriore società versante in analoga posizione rispetto a quella di cui la ricorrente contesta l'ammissione alla procedura - una volta rientrata nel pieno possesso delle proprie facoltà valutative, anche se a seguito di obbligo conformativo derivante da un precetto di natura giudiziale; mentre sul versante processuale, l'amministrazione resistente può eccepire, e provare con ogni mezzo lecito - e quindi anche tramite la prospettazione di comportamenti doverosi - che l'accoglimento della domanda della ricorrente principale non sortirebbe alcun effetto favorevole per la parte interessata all'aggiudicazione della procedura.

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