La poca solerzia nell’impugnazione dell’aggiudicazione incide sulla valutazione del risarcimento del danno

11 Aprile 2016

L'attesa dell'ultimo giorno utile – per giunta dopo il decorso del periodo di sospensione feriale – per impugnare le risultanze di una procedura di gara di estrema urgenza, manifesta un atteggiamento tutt'altro che convinto e diligente del ricorrente nel voler effettivamente subentrare nel contratto, che deve essere valutato dal g.a. ai fini del temperamento della somma dovuta a titolo risarcitorio.

L'attesa dell'ultimo giorno utile – per giunta dopo il decorso del periodo di sospensione feriale – per proporre ricorso avverso le risultanze di una procedura di gara di estrema urgenza, collegata a lavori di messa in sicurezza sismica di una scuola, è sintomatica di un atteggiamento tutt'altro che convinto e diligente della ditta ricorrente nel voler effettivamente subentrare nel contratto (nel caso di specie, ormai già eseguito per quasi 4/5).

Tale atteggiamento di “pigrizia”, se non proprio di abuso processuale, come evidenziato dal Cons. St., Ad. plen., 23 marzo 2011, n. 3, deve essere considerato dal g.a. con il temperamento della somma dovuta a titolo risarcitorio. Di conseguenza, ai fini della determinazione del risarcimento del danno dovuto nei confronti della ditta ricorrente che, in caso di corretta applicazione delle disposizioni di gara, sarebbe risultata ragionevolmente aggiudicataria, il TAR ha ritenuto applicabile l'art. 1227 c.c. (“Concorso del fatto colposo del creditore”), norma direttamente evocata dall'art. 30, comma 3, cod. proc. amm. ed espressamente richiamata dall'art. 124, comma 2, cod. proc. amm.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.