L’offerta condizionata va incondizionatamente esclusa

13 Maggio 2016

Ai fini della loro ammissibilità le offerte devono risultare coerenti con lo schema contrattuale proposto dalla stazione appaltante. È da considerarsi “condizionata”, e come tale va esclusa, l'offerta formulata con riguardo a parametri altri e diversi rispetto a quelli risultanti dal capitolato tecnico posto a base di gara.

La pronuncia si segnala per la chiarezza della motivazione con la quale afferma cosa si debba intendere per “offerta condizionata”.

In particolare, il Collegio era chiamato a pronunciarsi sulla legittimità di un provvedimento di esclusione disposto dall'Amministrazione resistente sulla base della ritenuta incapacità dell'offerta presentata dalla Società ricorrente a manifestare in modo univoco la volontà di quest'ultima di sottostare incondizionatamente a quanto previsto dal capitolato tecnico posto a base di gara.

Più precisamente, l'offerta del ricorrente era stata considerata “condizionata”, e come tale inammissibile e quindi esclusa, perché la stessa era stata formulata tenendo in considerazione un «tetto massimo di interventi» che tuttavia non era contemplato dalle pertinenti previsioni della lex specialis di gara.

Nel confermare la legittimità dell'esclusione, il TAR Lazio ricorda, anzitutto, che, in materia di affidamento di contratti pubblici, la nozione di “offerta condizionata” «non coincide con la figura civilistica della “condizione” intesa come evento futuro ed incerto da cui si fa dipendere l'efficacia del negozio». In subiecta materia è infatti da reputarsi “condizionata” ogni offerta mediante la quale il concorrente «subordin(i) il proprio impegno contrattuale a uno schema modificativo rispetto a quello proposto dalla stazione appaltante».

Si ha dunque un “offerta condizionata”, come tale non ammissibile, ogni qual volta l'offerta risulti essere formulata sulla base di «condizioni estranee all'oggetto del procedimento» ovvero qualora la stessa si fondi su «elementi non previsti dalle norme di gara o di capitolato o comunque non sia univoca».

In altre parole, è da ritenersi “condizionata” quell'offerta con cui il concorrente «introduc(e) nel sinallagma negoziale profili di indeterminatezza» (in termini si vedano, tra le tante, TAR Lombardia, Milano, Sez. IV, 23 gennaio 2014, n. 249 e TAR Lombardia, Milano, Sez. IV, 9 gennaio 2013, n. 57), tali da porre quantomeno in dubbio la stessa attendibilità dell'offerta e (prima ancora) la «volontà del [concorrente] ad assumere il proprio impegno contrattuale» (TAR Puglia, Lecce, Sez. II, 12 marzo 2013, n. 572).

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