Sulla doppia riparametrazione
14 Giugno 2017
La ricorrente partecipava ad una gara per l'aggiudicazione del servizio di raccolta integrata dei rifiuti urbani e servizi e contestava difronte al giudice di primo grado l'operato della Commissione che, nell'attribuire i punteggi, non aveva operato la c.d. doppia riparametrazione. Il Tar rigettava la censura; avverso la sentenza di primo grado veniva interposto appello.
Il Consiglio di Stato, premesso che nel disciplinare di gara non era previsto che la Commissione dovesse compiere un'ulteriore attività riparametrando tutti i singoli criteri in modo che il più elevato tra tutti quelli presentati avesse il punteggio pari a 1 e tutti gli altri fossero stabiliti proporzionalmente (cd. “doppia riparametrazione”), ha rilevato che nessuna norma di carattere generale impone, per le gare da aggiudicare con il criterio dell'offerta più vantaggiosa, l'obbligo della stazione appaltante di attribuire alla migliore offerta tecnica in gara il punteggio massimo previsto dalla lex specialis.
La discrezionalità che compete alla stazione appaltante nella scelta, alla luce delle esigenze del caso concreto, dei criteri da valorizzare ai fini della comparazione delle offerte e nella determinazione della misura della loro valorizzazione, investe anche la c.d. riparametrazione che avendo la funzione di preservare l'equilibro fra i diversi elementi stabiliti nel caso concreto per la valutazione dell'offerta (e perciò di assicurare la completa attuazione della volontà espressa al riguardo dalla stazione appaltante), rientra nel dominio del potere di disposizione ex ante della stessa Amministrazione. |