Motivazione rafforzata dell’annullamento in autotutela della gara a fronte di un’aggiudicazione provvisoria che “vale come definitiva”

Flaminia Aperio Bella
18 Aprile 2016

L'aggiudicazione provvisoria disposta in favore dell'unica impresa la cui offerta sia stata ritenuta conforme ai requisiti tecnici di gara e che abbia iniziato a dare esecuzione del contratto in via di urgenza su richiesta della stazione appaltante rappresenta un'aggiudicazione sostanzialmente definitiva a fronte della quale la scelta dell'amministrazione di annullare l'intera procedura deve connotarsi per una motivazione particolarmente approfondita sull'interesse pubblico.

La sentenza equipara quoad effectum l'aggiudicazione provvisoria disposta in favore dell'unica partecipante ammessa alla gara che abbia avviato, in via di urgenza, la fornitura su richiesta della stazione appaltante ex art. 11, commi 9 e 10-bis, d.lgs. n. 163 del 2006, all'aggiudicazione definitiva immediatamente efficace e non soggetta a riserva. Anche sulla scorta di tale equiparazione il CGA afferma l'illegittimità del provvedimento di autotutela con cui l'Amministrazione aveva annullato l'intera gara per ciò che l'ammissione di una sola ditta non avrebbe garantito la concorrenza e per incongruità del prezzo offerto.

Rilevata la piena legittimità dell'aggiudicazione (perché l'ammissione di una sola delle imprese partecipanti alla procedura non determina alcuna violazione del principio di concorrenza e perché il prezzo offerto era congruo e inferiore a quello posto a base d'asta) il Collegio afferma l'illegittimità dell'annullamento in autotutela anche per difetto di motivazione per ciò che la fase procedimentale cui era giunta la procedura «non era più (e non poteva essere considerata ancora) quella della c.d. aggiudicazione provvisoria», ciò che avrebbe imposto una motivazione particolarmente stringente sull'interesse pubblico ad agire in via autotutela.

Sempre sul piano motivazionale la sentenza precisa che, anche a voler qualificare il provvedimento di secondo grado come revoca, esso sarebbe stato nondimeno illegittimo in quanto, alla stregua della disciplina vigente al momento dei fatti di causa, avrebbe dovuto: fondarsi su sopravvenienze giuridiche o di fatto che ne avrebbero imposto il ritiro, recare la specificazione delle “nuove” ragioni fondative della decisione di secondo grado e contenere la determinazione dell'indennizzo spettante al concorrente.

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