Sulla nomina dei membri della commissione (obblighi di motivazione, limiti di compatibilità e tempistiche)

Marco Calaresu
22 Aprile 2016

La mancanza di una diffusa motivazione in ordine all'assenza di funzionari interni idonei a comporre la commissione giudicatrice non si traduce in un vizio di legittimità dell'atto di nomina del soggetto esterno. Inoltre, la prevista incompatibilità per i componenti della commissione giudicatrice, in quanto destinata a prevenire il pericolo concreto di possibili effetti disfunzionali derivanti dalla partecipazione di soggetti (progettisti, dirigenti che abbiano emanato atti del procedimento di gara e così via) che siano intervenuti a diverso titolo nella procedura concorsuale, riguarda i soli componenti dipendenti dalla stazione appaltante e non anche gli esterni. Precisa ancora il TAR che la nomina della commissione giudicatrice prima della scadenza del termine per la presentazione delle offerte può integrare un vizio dell'intera procedura di gara solo se suscettibile, in concreto, di incidere sull'indipendenza dei commissari e sugli elementi discrezionali delle loro valutazioni.

La sentenza ha respinto il ricorso con il quale un'impresa ha censurato, sotto vari profili, la composizione della commissione giudicatrice. La ricorrente, in particolare, ha denunciato: i) l'illegittimità della nomina di un commissario esterno alla stazione appaltante; ii) la sussistenza di cause di incompatibilità alla nomina del commissario esterno; iii) l'illegittimità della convocazione della commissione di gara il giorno prima della scadenza del termine per la presentazione delle domande.

Sul primo profilo la sentenza rammenta che la possibilità del ricorso a professionalità esterne è prevista in presenza di determinate condizioni richiamate dall'art. 84, comma 8, d.lgs. n. 163 del 2006 e dall'art. 120, commi 3 e 4, d.P.R. n. 207 del 2010. Dalla lettura delle richiamate norme deve escludersi la sussistenza di un obbligo della stazione appaltante di «motivare diffusamente in ordine alla scelta di nominare commissari esterni, limitandosi piuttosto a prescrivere che la stazione appaltante proceda alla verifica della predetta carenza prima di attingere a soggetti provenienti da altre realtà professionali, dovendo quindi il provvedimento di nomina di un componente esterno ritenersi giustificato in ragione della mancanza di personale interno all'Amministrazione procedente professionalmente idoneo ad esaminare le offerte pervenute, di cui l'atto di nomina dà implicitamente atto, salvo verificare la reale sussistenza del relativo presupposto». Nella vicenda in esame è stata accertata la sussistenza dei presupposti per la nomina di un componente esterno, peraltro non contestati dalla ricorrente che si è limitata a denunciare il solo difetto di motivazione della nomina.

Il TAR ha inoltre ritenuto infondata la seconda contestazione in quanto la previsione di incompatibilità, contenuta nell'art. 84, comma 4, d.lgs. n. 163 del 2006, riguarda unicamente i dipendenti della stazione appaltante e non i soggetti esterni, con riferimento ai quali la nomina deve tuttavia avvenire nel rispetto del criterio dell'imparzialità imposto dall'art. 97 Cost. La norma che prevede l'incompatibilità mira infatti a garantire l'imparzialità dei commissari di gara che abbiano svolto incarichi relativi al medesimo appalto, quali compiti di progettazione, di verifica della progettazione, di predisposizione della legge di gara e simili e non incarichi amministrativi o tecnici genericamente riferiti ad altri appalti o settori (Cons. St., Sez. V, 25 gennaio 2016, n. 242; Sez. V, 4 novembre 2014, n. 5441; Sez. VI, 21 luglio 2011 n. 4438; Sez. VI, 29 dicembre 2010, n. 9577; Sez. V, 22 giugno 2012, n. 3682; Sez. III, 15 luglio 2011 n. 4332). La prevista incompatibilità si riferisce espressamente allo svolgimento di funzioni e incarichi tecnici o amministrativi «relativamente al contratto del cui affidamento si tratta», cosicché può essere riferita unicamente ai dipendenti della stazione appaltante che, per ragioni di servizio, siano stati coinvolti nella predisposizione degli atti della specifica gara.

Da ultimo, in riferimento alla denunciata illegittimità della convocazione della commissione di gara il TAR rileva che la nomina dei componenti della commissione di gara in data successiva rispetto a quella di scadenza per la presentazione delle offerte, quale espressione di un principio di ordine generale che risponde ad esigenze di buona amministrazione e imparzialità dell'attività della p.a., mira in sostanza a garantire parità di condizioni tra i concorrenti, evitando condizionamenti e collusioni. La violazione di tale regola, in un'ottica di tipo sostanzialistico, può costituire vizio dell'intera procedura di gara solo se la nomina anteriore alla scadenza del termine di presentazione delle offerte sia in concreto suscettibile di incidere sulla indipendenza dei commissari e sugli elementi discrezionali delle loro valutazioni, essendo quindi necessario esaminare caso per caso se tale principio sia stato messo in pericolo dalla nomina anticipata della commissione.

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