Personalità dell'onere dichiarativo per i soggetti cessati

Flaminia Aperio Bella
24 Giugno 2016

È legittima l'esclusione della società il cui legale rappresentante, cessato dalla carica, non abbia reso personalmente le dichiarazioni di cui all'art. 38, co. 1, lett. b, c e m-ter del d.lgs. n. 163/2006, a prescindere dalla circostanza che l'insussistenza delle cause di esclusione in capo allo stesso sia stata dichiarata dal legale rappresentante in carica e da ogni indagine sul concreto possesso del requisito

La fattispecie riguardava il peculiare caso di un amministratore cessato dalla carica tra la data di pubblicazione del bando e quella di presentazione delle offerte. Il Consiglio di Stato premette che non può considerarsi “cessato dalla carica”, alla stregua dell'ordinaria definizione di tale termine, il soggetto in carica al momento dell'indizione della procedura, dovendo al contrario essere considerato organo ancora in carica, come tale obbligato a produrre apposita dichiarazione.

In ogni caso, anche a voler riconoscere la natura di “soggetto cessato” al suddetto amministratore, prosegue il Consiglio di Stato, gli sarebbe comunque imposto, ai sensi del comma 2 del citato art. 38, di rendere personalmente la dichiarazione sostitutiva, senza che una siffatta dichiarazione possa essere resa, come avvenuto, da terzi in luogo e per conto dello stesso.

La pronuncia, intervenuta su una gara bandita nell'ottobre 2011, aderisce ad un orientamento particolarmente restrittivo sulle modalità dichiarative, benché si possa ritenere oramai pacifico che la dichiarazione sostituiva “può riguardare anche stati, qualità personali e fatti relativi ad altri soggetti”, come espressamente consentito dall'art. 47 d.P.R. n. 445 del 2000 (contraddittoriamente invocato dalla sentenza in esame). Il combinato disposto tra tale ultima disposizione e l'art. 38, peraltro, è stato successivamente valorizzato dall'adunanza plenaria del Consiglio di Stato (Cons. St. ad. plen. 30 luglio 2014, n. 16), che, intervenendo sull'estensione dell'onere dichiarativo di cui all'art. 38 con riferimento alle società che costituiscono un RTI, ha ammesso la presentazione di “dichiarazioni riferite a persone (ancorché non identificate) agevolmente identificabili mediante la consultazione di registri pubblici o di banche dati ufficiali” e dunque, evidentemente, la presentazione di dichiarazioni non rese personalmente.

Nel caso di specie, poi, neppure il tenore della lex specialis, per come riportato in sentenza, sembrava imporre che le dichiarazioni di cui all'art. 38 fossero rese “personalmente” dai soggetti cessati, limitandosi a richiedere, a pena di esclusione, “le dichiarazioni/documentazioni ai sensi degli artt. 19, 46 e 47 del d.P.R. n. 445/2000 in ordine all'assenza delle condizioni ostative di cui all'art. 38 lettere b), c) m- ter da parte del legale rappresentante del candidato o da soggetto munito di idonei poteri e “dagli altri soggetti specificati nei successivi punti” tra cui anche “i soggetti cessati dalla carica nell'anno antecedente la data di pubblicazione del bando di gara””.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.