Illeggibilità delle sottoscrizioni nel file contenente l’offerta presentata su piattaforma digitale

26 Giugno 2017

Data la funzione svolta dalla sottoscrizione prescritta dall'art. 74 d.lgs. n. 163 del2006, deve essere esclusa l'offerta presentata su piattaforma digitale se il file contenente il modello di dichiarazione dell'offerta economica è risultato illeggibile, in particolare anche con riferimento alle parti contenenti le sottoscrizioni digitali.

La pronuncia ha ritenuto legittima l'esclusione disposta dalla stazione appaltante nei confronti di un concorrente la cui offerta economica, presentata attraverso piattaforma digitale, difettava di sottoscrizione poiché il file contenente il modello di dichiarazione era risultato corrotto e tra le parti illeggibili dello stesso vi erano anche le sottoscrizioni digitali apposte in calce.

Il Collegio ha ribadito, infatti, che la sottoscrizione dell'offerta (prescritta dall'art. 74 d.lgs. n. 163 del 2006) è lo strumento mediante il quale l'autore fa propria la dichiarazione contenuta nel documento e serve a renderne nota la paternità e a vincolare l'autore alla manifestazione di volontà in esso contenuta (in senso analogo, Cons. St., Sez. V, 9 marzo 2015, n. 1195). Assolve, pertanto, la funzione di assicurare provenienza, serietà, affidabilità e insostituibilità dell'offerta e costituisce elemento essenziale per la sua ammissibilità, sia sotto il profilo formale che sotto quello sostanziale, potendosi solo ad essa riconnettere gli effetti dell'offerta come dichiarazione di volontà volta alla costituzione di un rapporto giuridico. La mancanza di sottoscrizione inficia, quindi, la validità e la ricevibilità della manifestazione di volontà contenuta nell'offerta senza che, per disporre l'esclusione, sia necessaria una espressa previsione della legge di gara (così anche Cons. St., Sez. IV, 19 marzo 2015, n. 1425).

Con riferimento al caso di specie, il Collegio ha evidenziato che, pur essendo state rinvenute in sede di verificazione “tracce di firme digitali” sul file contenente la dichiarazione dell'offerta economica, i dati numerici costituenti tali tracce, oltre ad essere incerti in ordine ai riferimenti temporali che fornirebbero, potrebbero al più offrire indicazioni attendibili su data e momento di apposizione delle sottoscrizioni, ma non in relazione alla provenienza delle stesse, dato essenziale della firma anche in formato digitale. Non vengono, inoltre, ritenuti sussistenti elementi decisivi a far supporre che la corruzione del file fosse intervenuta successivamente al suo inserimento nella piattaforma digitale dell'Amministrazione, per motivi ascrivibili al sistema informatico che ne garantisce il funzionamento: anche all'esito delle verifiche richieste dalla Commissione di gara circa il contenuto della dichiarazione riscontrabile accedendo alla piattaforma con l'account dell'impresa e degli accertamenti disposti ai medesimi fini dal TAR nel corso del giudizio di primo grado non erano, peraltro, emerse differenze tra il file inserito nell'account della concorrente e quello presente nella piattaforma digitale e risultato illeggibile per la Commissione di gara; da ciò l'esclusione di ogni ipotesi di soccorso istruttorio.

Era onere della concorrente – evidenzia il Collegio – verificare secondo le regole dell'ordinaria diligenza, che la dichiarazione inserita nella piattaforma fosse integra e leggibile, potendo, peraltro, modificare, cancellare e ritrasmettere i file fino alla scadenza del termine fissato per la presentazione dell'offerta, come espressamente consentito dal Disciplinare di gara; atto, quest'ultimo, che, non impugnato, esplicitamente prescriveva l'assunzione del rischio in capo all'operatore economico di presentazione dell'offerta mediante piattaforma telematica.

La pronuncia ha infine escluso che le carenze riscontrate nei file prodotti potessero superarsi ricavando detti elementi dal contenuto di altri documenti caricati sulla piattaforma digitale, operazione ricostruttiva da escludersi nell'ipotesi in cui non possa pervenirsi alla rettifica con ragionevole certezza e comunque quando si debba attingere a fonti di conoscenza estranee all'offerta o a dichiarazioni integrative o rettificative dell'offerente.

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