Controlli a campione e requisiti di idoneità professionale nel caso di micro, piccole e medie imprese

Nicola Posteraro
28 Giugno 2016

Qualora la impresa aggiudicataria non sia stata individuata, non vi sono ragioni per sottrarre le micro, piccole e medie imprese ai controlli a campione, previsti dal comma 1 dell'art. 48 della legge n. 180 del 2011.

L'art. 13, comma 4, l. n. 180 del 2011 stabilisce che la pubblica amministrazione e le autorità competenti, nel caso di micro, piccole e medie imprese, chiedono solo all'impresa aggiudicataria la documentazione probatoria dei requisiti di idoneità previsti dal codice di cui al previgente d.lgs. 12 aprile 2006, n. 163.

La sentenza, sposando l'orientamento giurisprudenziale consolidato, afferma che tale disposizione va interpretata nel senso di prevedere una limitazione dei controlli ex art. 48 solo qualora sia individuata l'impresa aggiudicataria; in mancanza di una diversa espressa previsione normativa, infatti, non vi sono ragioni per sottrarre le micro, piccole e medie imprese ai controlli a campione, previsti dal comma 1 dell'art. 48, che riguardano i concorrenti di volta in volta sorteggiati. La ratio della norma, infatti, è quella di garantire che le procedure ad evidenza pubblica non siano appesantite, con incremento degli oneri economici e amministrativi, dalla partecipazione di imprese prive dei requisiti prescritti (cfr., sul punto, TAR Lombardia, Milano n. 2389 del 2015; cfr. altresì, in tal senso, determinazione AVCP-ANAC n. 1 del 15 gennaio 2014, recante «Linee guida per l'applicazione dell'art. 48 del d.lgs. 12 aprile 2006, n. 163»).

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