Sulla ininfluenza dell’errore materiale in sede di valutazione dell’anomalia dell’offerta
29 Novembre 2016
In sede di verifica dell'anomalia, laddove risulti nei giustificativi presentati dall'impresa un importo diverso da quello offerto in sede di gara, la stazione appaltante non può adottare una sanzione espulsiva ovvero un giudizio di non congruità se la predetta differente indicazione non determini alcuna incertezza o indeterminatezza dell'offerta economica, ma si risolva piuttosto in una mera svista, peraltro evincibile dal fatto che l'importo indicato nel riepilogo delle voci di costo giustificate corrisponde esattamente all'importo indicato nell'apposito modulo dell'offerta. Nella specie, il Consiglio di Stato rileva che un tale errore, evidentemente da intendersi solo materiale, nemmeno potrebbe indurre la stazione appaltante a tenere un atteggiamento di maggiore severità nella valutazione dell'offerta ovvero a disporre un approfondimento istruttorio, non concretizzandosi un'ipotesi di rimodulazione dell'offerta. Al riguardo, il Collegio rammenta che il procedimento di verifica dell'anomalia dell'offerta non mira a individuare specifiche e singole inesattezze nella sua formulazione, bensì ad accertare in concreto che l'offerta economica risulti nel suo complesso attendibile in relazione alla corretta esecuzione dell'appalto (Cons. St., Sez. V, 31 agosto 2016, n. 3752). In tal senso, il sindacato giurisdizionale sulle valutazioni compiute in sede di verifica di anomalia delle offerte è circoscritto ai soli casi di manifesta e macroscopica erroneità o irragionevolezza, peraltro nemmeno dedotte nel caso di specie, in considerazione proprio della discrezionalità che connota tali valutazioni riservate alla stazione appaltante (Cons. St., Ad. plen., 29 novembre 2012, n. 36; Id., Sez. V, 13 settembre 2016, n. 3855; Id., 13 giugno 2016, n. 2524). |