La CGUE su oneri di sicurezza e soccorso istruttorio: confermati i pronostici dell’Adunanza Plenaria n. 19/2016

Flaminia Aperio Bella
30 Novembre 2016

Il diritto UE non osta, nell'ambito di una procedura di affidamento di lavori, alla concessione all'offerente di un termine per rimediare in via istruttoria alla carenza dell'indicazione dei costi interni della sicurezza a fronte dell'assenza di un obbligo di specificare detti costi nella documentazione di gara e benché esso risulti, secondo il giudice del rinvio, dall'interpretazione della normativa nazionale fornita dal Consiglio di Stato, in Adunanza Plenaria, nella sentenza n. 3/2015.

La Corte di Giustizia, nel confermare implicitamente la lettura del quadro normativo sovranazionale proposta dalla Plenaria n. 19/2016, richiama diffusamente il proprio precedente Corte giust. UE, Sez. VI, 2 giugno 2016, C-27/15, Pippo Pizzo (già ampiamente citato dalla Plenaria n. 19/2016), affermando che il principio della parità di trattamento impone che tutti gli offerenti dispongano delle stesse possibilità nella formulazione dei termini delle loro offerte e che l'obbligo di trasparenza, che ne costituisce il corollario, implica a sua volta che tutte le condizioni e le modalità della procedura di aggiudicazione siano formulate in maniera chiara, precisa e univoca nel bando di gara o nel capitolato d'oneri. Tale necessaria predeterminazione permette, in primo luogo, a tutti gli offerenti ragionevolmente informati e normalmente diligenti di comprendere l'esatta portata della legge di gara e di interpretarla univocamente e, in secondo luogo, consente all'amministrazione aggiudicatrice di verificare effettivamente se le offerte rispondono ai criteri posti a base dell'affidamento. La chiarezza del tenore della legge di gara, a sua volta, pone gli offerenti in grado di conoscere esattamente i vincoli procedurali e garantisce loro che gli stessi vincoli valgono per tutti i concorrenti.

Sulla scorta di tali principi, l'ordinanza analizza il dato normativo, specificando che la direttiva 2004/18, applicabile al caso di specie, all'allegato VII A, relativo alle informazioni che devono figurare nei bandi e negli avvisi di appalti pubblici, nella parte relativa al «Bando di gara», punto 17, prevede che vi debbano essere menzionati i «[c]riteri di selezione riguardanti la situazione personale degli operatori che possono comportarne l'esclusione e [le] informazioni necessarie a dimostrare che non rientrano in casi che giustificano l'esclusione»; la Corte evidenzia poi che dagli articoli da 49 a 51 della stessa direttiva, non prevedono che la mancanza di indicazioni, da parte degli offerenti, del rispetto di tali obblighi determini automaticamente l'esclusione dalla procedura di aggiudicazione.

Combinando il dato normativo con il riferito decalogo di principi, l'ordinanza conclude che una condizione derivante dall'interpretazione del diritto nazionale e dalla prassi di un'autorità come quella di cui trattasi nel procedimento principale, che subordini il diritto di partecipare a una procedura di aggiudicazione di un appalto di lavori alla predeterminazione dei costi di sicurezza interni sarebbe particolarmente sfavorevole per gli offerenti stabiliti in altri Stati membri, il cui grado di conoscenza del diritto nazionale e della sua interpretazione nonché della prassi delle autorità nazionali non può essere comparato a quello degli offerenti nazionali. In conclusione, a fronte di una condizione non espressamente prevista dai documenti di gara e suscettibile di essere identificata solo attraverso un'interpretazione giurisprudenziale del diritto nazionale, l'amministrazione aggiudicatrice può accordare all'offerente un termine per regolarizzare la sua omissione.

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