Parcheggi negli aeroporti: occorre la gara

31 Agosto 2017

La sentenza afferma che il servizio di parcheggio auto da parte del concessionario di un aeroporto deve essere affidato mediante procedura ad evidenza pubblica giacché rientrante tra le attività pertinenti nel settore aeroportuale di cui al “considerando” n. 25 della direttiva 2014/23/UE (ai sensi del quale «le attività pertinenti nel settore aeroportuale ricomprendono anche i servizi forniti ai passeggeri che contribuiscono al regolare funzionamento delle strutture aeroportuali e che è legittimo attendersi da un aeroporto moderno e ben funzionante»).

Il TAR ha accolto la domanda di annullamento dell'atto di subconcessione sottoscritto dalla concessionaria e dalla società resistente avente ad oggetto la gestione dei parcheggi nel demanio aeroportuale, poiché: i) come evidenziato dalla delibera dell'ANAC del 13 luglio 2016, n. 758, l'attività di parcheggio svolta sul sedime aeroportuale è soggetta alle regole dell'evidenza pubblica, in base al “considerando” n. 25 della direttiva 2014/23/UE; ii) dalla formulazione della convenzione tra l'ENAC e la società concessionaria emerge che l'affidamento delle subconcessioni in questione deve aver luogo tramite procedura ad evidenza pubblica secondo criteri di imparzialità e non discriminazione tra gli operatori; iii) nella fattispecie, non sussistono i requisiti del c.d. in house providing, ossia dello «schema organizzativo che consente, in via del tutto eccezionale, di derogare all'evidenza pubblica».

Nel dettaglio, il TAR ha richiamato il “considerando” n. 25 della direttiva 2014/23/UE laddove stabilisce che “le attività pertinenti nel settore aeroportuale comprendono anche i servizi forniti ai passeggeri che contribuiscono al regolare funzionamento delle strutture aeroportuali e che è legittimo attendersi da un aeroporto moderno e ben funzionante, quali servizi di vendita al dettaglio, di ristorazione, pubblicitario, e di parcheggio auto”. Secondo la delibera dell'ANAC n. 758, il Legislatore eurounitario ha optato per l'inquadramento dell'affidamento delle attività non aviation nella tipologia (pubblicistica) della concessione di gestione aeroportuale e non già in quella (privatistica) della locazione di un bene con vocazione commerciale e ha, inoltre, puntualizzato che i servizi attinenti ad attività commerciali non aeronautiche devono essere approntati dal concessionario al fine di assicurare “il regolare funzionamento delle strutture aeroportuali”. Di conseguenza, secondo il TAR, la formulazione del suddetto considerando determina il superamento della “precedente visione, per cui detti servizi (incluso il parcheggio) sono in connessione logistica con il trasporto aereo (dato il loro svolgersi nel sedime demaniale aeroportuale), ma non contribuiscono al suo migliore espletamento; viene, invece, prescelta la tesi della connessione funzionale, ponendosi le attività non aeronautiche come integrative del servizio ai passeggeri del trasporto aereo”.

Il Collegio ha ritenuto del tutto inconferente l'obiezione delle resistenti, per cui le tesi attoree sarebbero infondate, perché volte ad ottenere la liberalizzazione del settore dei parcheggi all'interno dei sedimi aeroportuali, nonostante tale settore non sia stato oggetto di liberalizzazione (a differenza di altri servizi aeroportuali, come, ad es., il c.d. handling). Il TAR ha osservato che “liberalizzazione e assoggettamento ad evidenza pubblica sono concetti diversi, ed anzi per certi versi opposti, essendo palese la difficoltà di procedere ad una liberalizzazione qualora ci si trovi in un mercato contingentato: questo, infatti, per sua natura (ad es. per l'esiguità degli spazi) non consentirà un aumento indiscriminato e senza limiti degli operatori che intendono rendere il servizio. La liberalizzazione, quindi, non si basa sulle regole dell'evidenza pubblica, ma semmai sul regime autorizzatorio (via via sempre più attenuato, in direzione della vera e propria “deregulation”)”.

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