La buona fede ex art. 1375 nel trasferimento del luogo di lavoro
25 Febbraio 2016
Se il lavoratore si trova in particolari situazioni personali, il trasferimento può non avvenire?
Il mutamento non temporaneo del luogo di lavoro costituisce una scelta del datore che, seppur subordinata alla sussistenza di comprovate ragioni produttive ed organizzative, non può essere sindacata dal giudice. Tuttavia, in una recente sentenza, recte n. 1608/2016, la Suprema Corte di Cassazione ha sostenuto l'esigenza di mediare tra le esigenze dell'azienda e le ragioni economico-familiari del lavoratore dipendente, in applicazione del criterio di buona fede nell'esecuzione del contratto di lavoro, ex art. 1375. Dunque, se saranno possibili diverse soluzioni le quali soddisfano in egual modo l'interesse del datore, questo dovrà scegliere quella meno gravosa. Le diverse opzioni, se ed in quanto compatibili con le esigenze tecniche, produttive ed organizzative, dovranno esser valutate facendo riferimento non solo alla sede di provenienza, ma anche a quella di destinazione.
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