Avvalimento a cascata, le ragioni del divieto

16 Ottobre 2017

L'avvalimento a cascata è da ritenersi vietato in quanto elide il necessario rapporto diretto che deve intercorrere tra ausiliaria e ausiliata, allungando e, quindi, indebolendo, la catena che lega, innescando i relativi precipitati in punto di responsabilità solidale, il soggetto ausiliato al soggetto ausiliario munito in via diretta dei requisiti da concedere quo ad proceduram.

La vicenda. La ricorrente, mandataria di un RTI, impugnava il provvedimento di esclusione dalla procedura di gara per l'affidamento della gestione in “Full Service”, motivato in ordine alla violazione del divieto di avvalimento c.d. a cascata (art. 89, comma 6, secondo periodo d.lgs. n. 50 del 2016) avendo la mandante prestato il proprio fatturato all'altra mandante ed essendosi poi avvalsa dei requisiti di un soggetto terzo.

Avverso il suddetto provvedimento, la ricorrente deduceva che poiché la responsabilità solidale è l'unica condizione sufficiente e necessaria affinché possa operare l'avvalimento, ed eliminato dopo l'intervento delle direttive del 2014 il vulnus della irresponsabilità dell'ausiliario, in presenza di tale responsabilità il divieto in questione non potrebbe essere applicato, e violerebbe l'art. 63 direttiva 24/2014, sia laddove valorizza la nozione di matrice civilistica di imprenditore- appaltatore, con conseguente libertà di auto-organizzazione per la partecipazione alle gare anche attraverso avvalimenti, incrociati o no, sia laddove impone la garanzia della responsabilità solidale di tutti coloro che direttamente (concorrenti) o indirettamente (ausiliari) entrano in contatto con la pubblica amministrazione

Il divieto di avvalimento a cascata. Con la decisione in commento, il Tar Lazio, rigettando la prospettazione della deducente, ha rilevato che il divieto di avvalimento a cascata è finalizzato a rendere effettivo il ricorso all'istituto, evitando la circolazione meramente cartolare dei requisiti, che impedirebbe la puntuale individuazione del ruolo di ciascun soggetto coinvolto nell'esecuzione dell'appalto e delle connesse responsabilità, compromettendo la serietà e l'affidabilità dell'offerta.

Il giudice muovendo dalla natura derogatoria dell'istituto rispetto al principio di personalità dei requisiti di partecipazione alla gara, e dalla conseguente necessità di una stretta interpretazione dei presupposti per il ricorso all'avvalimento, ha concluso che il c.d. avvalimento a cascata è da ritenersi vietato in quanto elide il necessario rapporto diretto che deve intercorrere tra ausiliaria e ausiliata, allungando e, quindi, indebolendo, la catena che lega, innescando i relativi precipitati in punto di responsabilità solidale, il soggetto ausiliato al soggetto ausiliario munito in via diretta dei requisiti da concedere quo ad proceduram (Cons. St., Sez. V, ordinanza di remissione alla Corte di Giustizia 17 febbraio 2016, n. 636).

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