L’aggiudicazione provvisoria ha natura di atto endoprocedimentale inidoneo a creare affidamenti in capo al concorrente

03 Gennaio 2018

L'aggiudicazione provvisoria ha natura di atto endoprocedimentale, inidoneo a creare affidamenti in capo al concorrente interinalmente individuato come aggiudicatario.

Il caso. La vicenda sottoposta all'esame del Consiglio di Stato trae origine dal provvedimento con cui la stazione appaltante aveva annullato l'aggiudicazione originariamente disposta in favore dell'appellante.

Nel giudizio di primo grado, il TAR aveva qualificato tale aggiudicazione come provvisoria, in quanto, per espressa previsione della lex specialis, sia l'aggiudicazione definitiva che la stipula del contratto risultavano subordinati all'ottenimento di ulteriori pareri tecnici. Sulla base di tale premessa, aveva quindi rigettato tutte le censure dell'impresa, fondate sull'insussistenza dei presupposti per l'esercizio del potere di autotutela.

La soluzione. Tale sentenza viene quindi confermata dal Consiglio di Stato, il quale, rilevata la genericità delle censure rivolte alle argomentazioni con cui il giudice di prime cure aveva escluso che fosse configurabile un'aggiudicazione definitiva, dichiara infondate le censure relative all'asserita violazione di norme e dei principi che regolano l'esercizio dei poteri di autotutela.

In proposito, il Collegio richiama il consolidato orientamento giurisprudenziale, secondo cui l'aggiudicazione provvisoria ha natura di atto endoprocedimentale, in quanto tale inidoneo a creare affidamenti in capo al concorrente interinalmente individuato come aggiudicatario, rientrando nella fisiologia degli eventi la possibilità che ad essa non segua l'aggiudicazione definitiva, la quale, concludendo il procedimento di gara, crea le condizioni necessarie per l'avvio della successiva fase contrattuale (Cfr. ex multis, Cons. St., sez. V, 3 luglio 2017, n. 3248).

Sino al momento dell'aggiudicazione definitiva la stazione appaltante può quindi sempre riesaminare il procedimento di gara al fine di emendarlo da eventuali errori commessi o da illegittimità verificatesi, senza che ciò costituisca manifestazione, in senso tecnico, del potere di autotutela, il quale, avendo natura di atto di secondo grado, presuppone esaurita la precedente fase procedimentale con l'intervenuta adozione del provvedimento conclusivo della stessa.

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